Ottanta ragazzi si mettono in campo per progettare insieme una nuova Basilicata e firmano un documento politico con il quale chiedono la nascita di un centrosinistra all’altezza della sfida che attende la nostra Regione:
“L’emergenza coronavirus rischia di far esplodere la disoccupazione, ben oltre i livelli più preoccupanti del passato. Migliaia di imprese rischiano il fallimento; tanti lavoratori temono per il proprio stipendio, o per i propri risparmi. Milioni di persone hanno bisogno d’aiuto.
Se il centrosinistra non offrirà risposte, ci saranno seri rischi per la tenuta democratica delle istituzioni. Ma se riuscirà a progettare un’Italia più giusta, nella quale ci sia posto per tutti, allora non solo salverà il Paese: costruirà la grande trasformazione di cui ha bisogno per sostenere la crescita.
Mentre l’economia scricchiola, all’orizzonte s’affaccia lo spettro di una destra intollerante e iniqua, che non si fa scrupoli ad alternare proposte razziste e nazionaliste a veri e propri attacchi al lavoro, alla scuola, alla sanità. Non possiamo consentire a quella destra di speculare sulla disperazione: non possiamo sottrarci all’obbligo di offrire all’Italia una visione diversa, innovatrice.
La posta in gioco è molto alta: o nasce ora una proposta politica che sta dalla parte delle persone, o i cittadini volteranno le spalle a chi li ha abbandonate proprio quando doveva soccorrerli.
Noi ragazzi sentiamo la responsabilità di contribuire alla nascita di questo nuovo centrosinistra, sentiamo il dovere di dare al Paese quell’alternativa progressista di cui ha disperato bisogno. Chi crede nella democrazia, nel progresso e nella giustizia sociale deve contribuire al rilancio del centrosinistra, deve aiutare a riaccendere il motore della coalizione progressista. Non si può più stare fermi, ad aspettare che lo faccia qualcun altro.
È ora di abbandonare divisioni e vecchi rancori: la pandemia ha acceso i riflettori sulla grande crisi di sistema del nostro tempo, e tutto il centrosinistra avverte l’urgenza di risolverla in favore dei più deboli e dei più esposti. Nessuno più ignora il dramma della precarietà, che corrode le vite di tutti i nostri coetanei. Nessuno più ignora lo spaventoso divario tra Nord e Sud, l’ingiustizia della salute a pagamento, le conseguenze dei tagli alle politiche sociali. Tutti i progressisti sono consapevoli della terrificante crisi ambientale che mette in pericolo la sopravvivenza del pianeta. Tutti si impegnano per progettare un nuovo modello di sviluppo equo e sostenibile. E a queste condizioni, l’unità è un valore imprescindibile. Non c’è ragione di avversarsi. Urge invece ritrovarsi e collaborare, per costruire insieme la politica di progresso e giustizia sociale che serve alle classi medie e basse.
Sono molti gli impegni che dobbiamo mettere in agenda nella prossima fase. Proteggere il sistema sanitario nazionale e promuovere la ricerca contro le malattie e le infezioni. Immaginare una grande riforma della pubblica amministrazione. Affrontare la crisi climatica e ricostruire la nostra società e il nostro futuro nel quadro di una vera ecologia sociale. Dotarci di un apparato industriale innovativo, degno del Duemila. Scrivere un nuovo statuto dei lavoratori, perché il lavoro torni moderno, stabile, ben pagato e utile alle esigenze dell’economia. Combattere con tutto il PSE per una riforma democratica e solidale dell’Europa, perché chiuda per sempre la porta all’austerity e insista sulla strada della condivisione e del progresso sociale.
L’ombra che s’approssima al Paese già lambisce i confini della nostra terra.
L’oggi della Basilicata è un giorno assai buio. I nostri paesi si svuotano. I nostri coetanei sono costretti a partire, alla ricerca di qualcosa (un lavoro? una casa? una famiglia?) che non sanno neanche se riusciranno a trovare. Ma che qui non c’è.
La crisi sanitaria ha scoperto tutta l’inadeguatezza del centrodestra lucano, incapace di gestire l’emergenza sia sul piano politico sia sul piano tecnico. Perciò spetta al centrosinistra della Regione farsi carico del dovere morale e politico di difendere e rilanciare la Basilicata.
Quando l’epidemia sarà finita, lo sviluppo economico della Regione andrà ripensato. La strategia di lungo periodo non può prescindere da una seria valorizzazione dell’Unibas. Solo un centrosinistra con capacità amministrativa e visione di lungo periodo avrà la forza di programmare un serio piano d’investimenti e rendere l’ateneo lo snodo dell’innovazione economica lucana. Sarà un passaggio indispensabile per portare il nostro apparato produttivo al passo coi tempi moderni. La nascita di un tessuto d’imprese innovative e capaci di sfruttare le nuove tecnologie va favorita con investimenti e incentivi, e sostenuta da database adeguati, capaci di coordinare il privato con la pubblica amministrazione. Inoltre serve diffondere tra tutte le fasce della popolazione un’ampia educazione digitale, che aiuterebbe tutti i lucani a vivere meglio nel nostro tempo. Insieme al Governo nazionale andrà progettato e sviluppato un piano infrastrutturale, grazie al quale la Basilicata sarà collegata davvero al resto del Paese. Uscire dall’isolamento educativo, tecnologico e infrastrutturale è necessario per la rinascita economica della Basilicata.
Questi interventi andranno collegati da un grande programma di politica economica, per costruire un’economia lucana solida e capace di moltiplicare i (buoni) posti di lavoro. Solo con i fondamentali in ordine riusciremo a programmare e sostenere un piano di abbandono delle estrazioni petrolifere: il loro impatto ambientale e sociale è inconciliabile con le richieste della modernità. Serve un partito che immagini una transizione ecologica indolore, che ponga fine allo sfruttamento della grande industria senza mettere in pericolo i posti di lavoro. Questo non è un ecologismo di facciata: il nostro territorio incontaminato è una grande ricchezza che non possiamo permetterci di dilapidare. La Lucania merita politiche non più schiave della dipendenza fiscale dalle royalties. Progettare il rilancio della Regione significa affrancarla da un modello vecchio e destinato a rompersi.
Potenza e Matera saranno le basi principali di questa operazione di rilancio. Il progresso sociale che vogliamo riscattare per l’intera Regione potrà irradiarsi in tutti i paesi lucani soltanto arrestando il declino dei capoluoghi, da anni rassegnati al loro ruolo di punti d’espatrio. Le opportunità sono tante e non si può continuare a ignorarle. La grande vivacità culturale della nostra terra (testimoniata da Matera capitale della cultura) e le numerose occasioni di sviluppo (come Potenza capitale dello sport) vanno sfruttate per consentire una rinascita dei nostri centri principali. Solo così sarà possibile fermare l’emigrazione giovanile che deprime la Basilicata. È possibile costruire nuove occasioni di vita, di lavoro e di studio nelle nostre città. È ora di provare a farlo.
Oltre al riscatto delle due città principali, dobbiamo valorizzare tutti e 131 i nostri piccoli Comuni. La nostra terra è un arcipelago di paesini meravigliosi che non meritano l’isolamento e la depressione economica e sociale. Rifiutiamo i modelli economici di sfruttamento territoriale e finanziario perché sono incompatibili con la sopravvivenza dei paesi, che invece sono la vera anima della nostra terra. Non è possibile garantire lo sviluppo economico alla Regione senza una rinascita delle aree interne. La Lucania di oggi può funzionare solo costruendo un modello di inclusione sociale e territoriale.
La rinascita della Basilicata può passare ancora una volta attraverso un felice esperimento di un nuovo centrosinistra. Ma questo esperimento potrà nascere solo se torneremo a coinvolgere quelle comunità territoriale e quella parte di mondo civico che negli ultimi anni sono state lasciate sole. Ora più che mai è necessaria discontinuità: il centrosinistra lucano deve rappresentare un faro per tutto il centrosinistra nazionale. Deve coinvolgere i cittadini, rappresentare le periferie, coinvolgere tutto il meglio della classe dirigente della nostra Regione. Ripartiamo dai paesi, dai territori, dagli amministratori che ogni giorno lottano nei nostri Comuni. Diamo davvero alle persone la possibilità di scegliere e di sentirsi partecipi della rinascita politica della nostra terra.
Noi ragazzi siamo consapevoli della difficoltà che il nostro percorso comporta, ma sappiamo anche che il nostro contributo può diventare un’occasione importante per aprire un dibattito serio nella nostra coalizione. La nostra avventura comincia con quel piglio di audacia che deve contraddistinguere la nostra età, e col senso di profondo rispetto che si deve riconoscere a chiunque voglia contribuire a immaginare una Regione diversa, più moderna, più giusta, più solidale.
Mettiamo da parte egoismi, tatticismi e vecchi rancori per guardare insieme al futuro, un futuro di diritti e libertà per tutti i cittadini lucani. Offriamo il nostro contributo per costruire tutti insieme un nuovo centrosinistra e aprire la fase di rilancio della Basilicata.
È un passaggio importante per tutti noi. Si tratta di essere all’altezza della sfida che ci attende”.
Ecco gli 80 firmatari.