Se qualche settimana fa ci dicevano di diffidare dai prodotti “Made in China“, a qualche tempo di distanza nell’occhio del ciclone c’è proprio il “Made in Italy“.
L’export, denunciano Confagricoltura e Coldiretti, sarebbe rallentato dalla burocrazia dei Paesi di destinazione che richiedono certificazioni aggiuntive.
Coldiretti dichiara:
“Serve un intervento delle autorità nazionali e comunitarie per fermare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia, che sono sani garantiti come prima.
Secondo questa associazione, “dall’inizio dell’emergenza” ci sarebbe stato già “un crollo” del nostro export agroalimentare”.
La Ministra Teresa Bellanova ha “abbracciato la causa”, chiedendo al premier Giuseppe Conte di portare il caso in sede Ue.
In merito alla questione, la Bellanova dichiara:
“Siamo impegnati a tutti i livelli per scongiurare il blocco delle esportazioni di prodotti italiani.
Una forma di pratica sleale che va condannata e che deve essere immediatamente fermata.
Per questo, d’intesa con gli assessori regionali all’Agricoltura, chiediamo al Presidente Conte e al Ministro Speranza di sensibilizzare la Commissione europea, sollecitando un intervento per affermare che non sono legittime e tollerabili richieste di certificazione aggiuntive per i prodotti italiani, poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi.
Abbiamo da affrontare criticità specifiche, salvaguardando imprese e reddito dei lavoratori, e difficoltà che arrivano da alcuni Paesi europei.
La minaccia di blocco alle frontiere sta ad esempio spingendo la manodopera stagionale estera a rientrare nei Paesi di origine, con evidente penalizzazione per il nostro settore e le nostre aziende.
E così alcune catene della grande distribuzione europea che, strumentalmente, chiedono garanzie sulla sicurezza degli alimenti provenienti dall’Italia per cui, a partire dall’emergenza, molti prodotti made in Italy agroalimentare sono bloccati mentre si registrano nel contempo anche speculazioni sui prezzi dei generi alimentari e delle materie prime.
Per questo è necessario che le informazioni giungano corrette e tempestive: a noi per intervenire adeguatamente, ai cittadini e ai consumatori per garantire trasparenza, correttezza, sicurezza“.