Comunicato USB Fca Melfi:
“Se la situazione è grave allora vengono prima le vite dei lavoratori della produzione.
In riferimento al resoconto dell’incontro tenutosi oggi tra tutte le organizzazioni sindacali (unitariamente) e la Fca di Melfi per affrontare insieme le criticità coronavirus.
I punti citati nella relazione sono sostanzialmente quattro, Trasporti, mensa, pausa e organizzazione del lavoro.
Dobbiamo prendere atto che sono tutti palliativi che non risolvo i problemi, anzi creeranno ancor più difficoltà o non potranno essere attuati.
I trasporti
A meno che le ditte non mettano a disposizione il quadruplo dei mezzi, cosa impossibile, non sarà possibile viaggiare rispettando la distanza minima di un metro tra un viaggiatore/lavoratore e l’altro.
La mensa
Al netto dei centralisti (tutti impiegati…), che comunque non hanno mai avuto problemi di tempo, il resto dei lavoratori che decideranno di usufruire della mensa sono quasi tutti viaggiatori che si e no hanno venti minuti per mangiare dallo stacco del lavoro a quando devono prendere il pullman per tornare a casa, c’è sempre una calca impressionante dovuta al poco tempo a disposizione e adesso che si dovranno rispettare certe distanze vorrà dire non avere più assolutamente tempo per mangiare se non si vuole perdere la corsa del ritorno.
La verità è che le persone continueranno ad accalcarsi per poter mangiare, rischiando.
Le pause
Sono state proposte nuove modalità di fruizione delle pause (quindi sempre gli stessi minuti di adesso), in realtà se le pause fossero rimaste quelle precedenti al ccsl nessuno oggi rischierebbe di non avere nemmeno il tempo per l’igiene minima, a prescindere dal coronavirus.
Organizzazione del lavoro
Come al solito la flessibilità è a esclusivo beneficio degli impiegati, per gli operai mantenersi ad un metro di distanza sulla linea, dove ci sono postazioni in cui i colleghi sono uno sopra l’altro, è letteralmente impossibile.
L’unica organizzazione del lavoro che possa mettere in sicurezza i lavoratori è restare a casa, utilizzando gli ammortizzatori sociali a salario pieno, esattamente come sta avvenendo nella pubblica amministrazione e più in generale in tutti quei luoghi di lavoro dove il contatto tra tante persone è inevitabile.
C’è poi l’unica verità che anche in questo momento la fa da padrone, gli ultimi restano ultimi e se proprio qualcuno deve rischiare è meglio che siano gli operai, perché il profitto dei ricchi viene sempre prima di tutto il resto”.