Siamo in primavera: le giornate si allungano e l’ora cambia.
L’ora legale quest’anno torna in vigore stanotte, momento in cui si dovranno spostare in avanti di 60 minuti le lancette dell’orologio.
Un’ora in meno di sonno dunque.
Per i prossimi 6 mesi si avrà più luce la sera, ma meno la mattina presto, fermo restando che aumenteranno le ore di luce diurne giorno per giorno.
L’ora legale non può effettivamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre ad un maggior sfruttamento delle stesse, solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario.
Tra le conseguenze più frequenti dovute al ritorno del cambio orario ci sono:
- la difficoltà ad addormentarsi;
- l’insonnia;
- qualche problematica di adattamento al nuovo ritmo e anche una certa irregolarità nell’alimentazione.
Si tratta comunque di disturbi assolutamente lievi e passeggeri e già dopo qualche giorno di adeguamento, la sensazione di stranezza che alcuni di noi avvertono è destinata a sfumare.
Pochi disagi quest’anno in merito data l’emergenza legata al Coronavirus.
Come spiega Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip):
“Entrerà l’ora legale, con una modifica che può portare in alcuni la necessità di una fase di adattamento, ma i ritmi più calmi imposti dalla vita spesa in casa per l’emergenza legata al nuovo coronavirus, potrebbero giocare a favore, rendendo il cambiamento meno impattante.
In casa è bene mantenere i ritmi abituali: il fatto che tutto sia chiuso di sera e non si possa uscire ci avvicina a uno stile di vita più simile a quello dei nostri avi, che non andavano fuori al ristorante o a teatro.
Certo, la TV può rimanere accesa anche tutta la notte, ma si ha la possibilità di guardarla in altri momenti della giornata.
In più, credo che non essendoci l’impegno, per molti, dell’alzarsi alla stessa ora per andare a lavorare o a scuola il cambio dell’ora dovrebbe essere meno fastidioso.
Credo che in questi giorni ci sia stato un po’ di adattamento, di abitudine a utilizzare ciò che si può per superare il disagio dell’isolamento e la difficoltà di spostamento, che è una grossa limitazione della libertà individuale.
Adesso lo stare in casa col brutto tempo, il freddo, è più tollerabile, ma se dovesse esserci la primavera che sboccia diventerebbe tutto un po’ più pesante.
Tuttavia, vedere che la curva dei contagi che non sembra più crescere come prima e che inizia a intravedersi forse un bagliore in fondo al tunnel, offre una speranza che ci deve dare energia”.