Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della Uilm:
“Nel pomeriggio di ieri si è tenuto il consiglio territoriale della UILM Basilicata per l’area industriale di San Nicola di Melfi.
Quello di ieri pomeriggio, avvenuto ovviamente in modalità call conference, è stato un lungo confronto incentrato su un punto fondamentale quale la Ripartenza: si necessaria ma in sicurezza.
Marco Lomio, Segretario Regionale della UILM BASILICATA, nella relazione introduttiva ha delineato un’analisi a 360 gradi, partendo dalla salute e tutela della vita di ciascun lavoratore:
‘Bisogna ripartire ma solo ed esclusivamente nei luoghi di lavoro in cui vengono rese esigibili tutte quelle azioni anche straordinarie – in tema di sicurezza – che devono garantire la sicurezza dei lavoratori e dunque delle loro famiglie.
Nessuna discriminazione tra lavoratori, nessuna differenza di colori, né tantomeno di divise, la sicurezza è di tutti ed è patrimonio di ciascuno’.
In tal senso, come UILM, avremmo auspicato che in un ‘Paese normale’ ripartire avrebbe significato delineare, a livello nazionale, non solo delle linee guida generali, ma un addendum tecnico, realizzato da tutte le parti coinvolte quali Governo, Confindustria, Organizzazioni Sindacali, Inps, Inail, Iss, Protezione Civile e un adeguato comitato scientifico… Ad onor del vero, l’OMS avrebbe dovuto tracciare delle linee globali, come la necessità di indossare la mascherina, ad esempio, da assumersi come dictat per tutti i lavoratori, senza se e senza ma.
Un gap a cui rimediare nelle prossime ore, con l’aiuto delle giuste azioni del Governo e del coordinatore della fase 2 Colao, è il considerare scorretto investire la sola RLS/RSU, attraverso i vari comitati di sicurezza aziendale, di decisioni che hanno riflessi sulla vita dei lavoratori.
Noi, dal canto nostro, abbiamo fatto il massimo affinché si potesse tutelare la sicurezza dei lavoratori attraverso la Sottoscrizione di protocolli aziendali.
È necessario dunque un protocollo tecnico, scientifico, nazionale, univoco ed esigibile in tutte le aziende, perché di fronte alla tutela della vita non c’è, ribadiamo, differenza di divise aziendali, di bilanci economici o di altro che tenga; le aziende devono necessariamente entrare in una dimensione nuova, quella di investire maggiormente sulla sicurezza e rivedere i propri bilanci e i propri utili che dovranno prevedere investimenti concreti per la salute dei lavoratori.
Il Governo deve dettare delle regole e le altre istituzioni devono vigilare sulla conseguente applicazione; regole chiare non interpretabili perché non tutti gli imprenditori hanno la giusta e dovuta sensibilità nei confronti delle proprie maestranze.
Rilevamento della temperatura in entrata ed in uscita, maschere guanti e occhiali adeguati, sanificazioni e igienizzazioni, polizze assicurative e soprattutto screening certificati per tutti i lavoratori; non dobbiamo elemosinare azienda per azienda queste poche ma decisive azioni per il contenimento da Covid-19, ma le stesse devono rientrare in una sfera a carattere nazionale perché nessun lavoratore possa rimanere indietro rispetto ad un altro che potenzialmente lavora in una società ‘più sensibile’.
Non si può trattare della vita dei lavoratori con la sensibilità, la vita dei lavoratori la si tutela con norme e regole chiare, uniche ed esigibili!
Questo, per noi, per la UILM, rappresenta un Paese normale.
I trasporti? Un altro capitolo fondamentale, perché gli spazi comuni sono enormemente pericolosi, per questo sarebbe ed è necessaria una strategia nazionale prima e locale poi, perché non vorremmo assistere, quando ripartirà FCA ad esempio, a quella vergognosa situazione di un autista ‘isolato’ – come è giusto che sia – con cartellonistica e catena divisoria e i passeggeri invece costretti a sedere uno ‘abbracciato’ all’altro.
In questo la Regione Basilicata deve essere chiara e consentire ai lavoratori/utenti che devono raggiungere il proprio posto di lavoro di essere tutelati e protetti dal Covid-19 e dare dunque valore al cosiddetto e molte volte irrealizzato ‘bene comune’!
In tal senso, auspichiamo che nelle prossime ore venga costituito un tavolo sindacale, presso la regione Basilicata, per confrontarsi sul merito e porre in essere le giuste soluzioni.
Saranno le prossime settimane, mesi o addirittura anni molto delicati per tutti, anche dal punto di vista industriale; molti probabilmente non ce la faranno, tanti altri tenteranno di barcamenarsi in un mondo sempre più disuguale e globale e noi come sempre faremo la nostra parte ponendo in essere le nostre idee che vanno in una sola ed unica direzione, quella del buon lavoro, del lavoro in sicurezza, di un lavoro virtuoso e in tal senso la ripartenza di FCA sicuramente va monitorata attentamente al fine di rendere esigibile il relativo protocollo di sicurezza, che va adattato e migliorato tenendo presente la variabilità di un virus bastardo di cui ancora oggi non si conosce in tutto il mondo la sua caratterizzazione.
Probabilmente il 27 aprile o il 4 maggio le linee in FCA e nell’indotto ripartiranno, gradualmente, ed esclusivamente sulla linea Compass: numeri piccoli in ogni senso, sia dal punto di vista occupazionale che industriale, ma sarà anche il momento in cui verificare la concretezza delle azioni poste in essere in ambito di sicurezza per i lavoratori.
Le produzioni della Renegade e della 500x sono in calo del 90% e dunque per le prossime settimane non si intravede su queste linee una ripresa delle attività produttive; dunque sarà necessario, in questa situazione emergenziale, tutelare in ogni senso tutti i lavoratori mettendo in campo ogni azione che possa salvaguardare anche il salario attraverso una rotazione di tutti i lavoratori.
Tutta la struttura regionale della UILM, unitamente ai delegati di FCA e delle aziende dell’indotto di Melfi, saranno giornalmente, quotidianamente al fianco dei lavoratori, al fine di coniugare un piano che non può in nessun modo essere incrinato: sicurezza e lavoro”.