Il fenomeno degli abusivi cresce e non si arresta neanche in un periodo complicato come quello che stiamo attraversando.
E’ quanto denuncia il Comune di Venosa che, in un comunicato stampa, scrive:
“Mentre i titolari di regolare partita iva, nonostante le tante difficoltà economiche che si trovano ad affrontare a causa delle restrizioni del lockdown, si stanno già organizzando in merito a sanificazione dei locali, acquisto di attrezzatura e materiale medicale per la disinfezione, acquisto di DPI adeguati (guanti, visiere, mascherine ecc..) utilizzo di materiale monouso, oltre a tutti gli accorgimenti di disinfezione e sterilizzazione degli attrezzi da lavoro che già effettuano rigorosamente, c’è chi, irresponsabilmente continua ad operare in nero, nei settori dell’estetica in particolare.
Le conseguenze non solo si ripercuotono su chi paga regolarmente le tasse e spesso fatica a far quadrare i conti a fine mese, ma anche sugli stessi cittadini, che si affidano al lavoro nero, in assenza di tutti gli adeguati presidi di sicurezza, necessari per contrastare il diffondersi del contagio da coronavirus.
La Sindaca di Venosa, Marianna Iovanni, negli scorsi giorni, ha ricevuto anche una segnalazione nella quale sono riportati tutti riferimenti di alcuni cittadini che stanno lavorando abusivamente, rendendosi così protagonisti negativi non solo di lavoro nero, ma anche di rischi alla salute connessi al pericolo di contagio da coronavirus in atto”.
Proprio la Sindaca, attraverso la pagina Facebook ufficiale del Comune, fa sapere che:
“La segnalazione è stata subito girata alle autorità competenti per gli adempimenti conseguenziali e che il fenomeno del sommerso va combattuto senza ipocrisie.
Oggi esistono incentivi e finanziamenti statali e regionali, di cui si può fruire per l’avvio di nuove attività, pertanto l’Amministrazione è disponibile a fornire tutte le informazioni necessario per quanti vorranno, con responsabilità, avviare nuove regolari attività.
Quanto al lavoro nero, si perseguirà ogni azione possibile volta a contrastare questo fenomeno illegale e pericoloso per la salute”.