Continua senza sosta la battaglia dei produttori lucani, e non solo, per dire basta al grano importato dall’estero.
Diverse settimane fa la Basilicata ha lanciato la campagna “Compra lucano! Mangi sano e dai una mano”, promossa dal Dipartimento Agricoltura della Regione.
Come sostenuto dall’assessore regionale alle politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli:
“L’invito è di comprare prodotti dell’agroalimentare lucano sostenendo il reddito delle nostre aziende, in una sorta di economia solidale”.
Su questo punto è intervenuta a gran voce anche la Cia Agricoltori:
“La campagna promozionale raccoglie una nostra ‘antica’ sollecitazione che quindi condividiamo e sosteniamo.
C’è bisogno di promuovere la vendita di farina proveniente da stabilimenti che lavorano solo grano lucano (se vogliamo realmente valorizzare la nostra risorsa fondamentale della dieta mediterranea e favorire l’accrescimento del reddito dei cerealicoltori).
Per i consumatori della Basilicata, la regione considerata la ‘più pastaiola’ d’Italia con una punta di consumo negli ultimi anni cresciuta sino a toccare i 42 kg pro capite che divisi per i 365 giorni dell’anno fanno l’equivalente della quantità minima di un piatto di spaghetti ogni tre giorni (rispetto alla media nazionale di 24 kg pro capite, vale a dire un piatto di spaghetti ogni 5 giorni) è questo un aspetto di grande interesse“.
Pochi giorni fa c’è stata grande tensione in merito alla notizia dell’approdo, presso il porto di Bari, di navi estere provenienti principalmente dal Canada che erano cariche di grano duro destinato alle grandi industrie alimentari.
Così, attraverso una nuova interrogazione ai Ministri dell’Agricoltura e della Salute, dieci senatori (De Bonis, Martelli, Ciampolillo, De Falco, Buccarella, Nugnes, Binetti, Saccone, Lonardo, Papatheu) si sono rivolti alla Ministra Bellanova e al Ministro Speranza per richiedere se:
“- non ritengano che i grani esteri, provenienti da aree dove il clima impone l’impiego di glifosato, debbano essere assoggettati al principio di precauzione comunitario previsto dal regolamento (UE) n. 2016/1313, recepito dal decreto del Ministero della salute del 9 agosto 2016, ma mai applicato con apposte circolari dai dirigenti degli uffici periferici USMAF;
– non ritengano indispensabile far disporre immediati ed adeguati controlli in ossequio alla citata normativa comunitaria e nazionale, che vieta l’utilizzo di glifosato, prelevando i campioni da ogni stiva, affidandole a laboratori accreditati e rendendo noti gli esiti delle analisi e del monitoraggio;
– ci sono iniziative che intendano assumere al fine di scoraggiare l’acquisto e l’utilizzo di grani esteri che vengono miscelati con il grano duro nazionale, di ottima qualità, falsando le quotazioni del mercato italiano, come ha dimostrato la sentenza del TAR Puglia n. 1200/2019 del 16 settembre 2019 e costringendo gli agricoltori italiani ad abbandonare la coltivazione e produzione di grano”.
Sosteniamo la nostra Italia e la nostra Basilicata proprio come fanno Vincenzo Santangelo e Pasquale Nigno.
Nella zona agricola di Leonessa, contrada di Melfi, sorge infatti la loro azienda, AGRIMELFI, promotrice di genuinità e freschezza attraverso la commercializzazione di cereali e prodotti per l’agricoltura.
Una realtà “Bio”, che fornisce delle migliori materie prime i produttori locali e le grandi imprese: Barilla, De Cecco, Agroalimentare Sud (società che fornisce l’orzo a multinazionali come Heineken, Peroni, Carlsberg).
AGRIMELFI si avvale, inoltre, di una piattaforma di monitoraggio dedicata allo sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni (Decisions Support System, DSSs), volta a garantire una gestione sostenibile delle colture.
Vincenzo e Pasquale, cugini nella vita privata e affiatati soci in ambito lavorativo, sanno bene quanto sia necessario sostenere l’eccellenza nostrana, oggi più che mai minacciata dagli effetti del Covid e dalle importazioni.
Contattati dalla nostra Redazione, ecco cosa hanno dichiarato:
“È importante appartenere ad una filiera cerealicola, avere un contratto con delle garanzie di prezzo.
Noi facciamo da collegamento con le più grandi industrie alimentari nazionali, quelle che hanno deciso di lavorare con il 100% italiano, tra cui la Barilla.
GRANDITERRE è un marchio 100% lucano, frutto del nostro lavoro; un marchio che rappresenta la filiera corta, il ‘chilometro 0‘.
Notizia degli ultimi giorni: GRANDITERRE è stata riconosciuta come ECCELLENZA ITALIANA 2020!
Si tratta di un marchio prestigioso, che identifica con un numero di serie l’azienda che più si è distinta per qualità e competenza nel corso dell’anno”.
Facciamo i nostri complimenti a Vincenzo e Pasquale di AGRIMELFI, una grande famiglia che poggia le sue solide basi sull’amore per il nostro territorio e una grande voglia di reinventarsi, affinchè possiamo avere sulle nostre tavole prodotti sempre più genuini.