“Un giorno simbolo alla lotta alle mafie che ho voluto evidenziare in accordo con i vice presidenti Monica Forte e Carmine Mocerino, invitando i miei colleghi Presidenti ad esporre un drappo bianco in tutti i Consigli regionali d’Italia”.
Così il presidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità, Carmine Cicala, che, in occasione del 28 anniversario della strage di Capaci, ha scritto una lettera ai Presidenti delle Commissioni e degli Osservatori regionali antimafia e ai Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, sollecitandoli ad accogliere l’invito fatto da Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, morto a Capaci il 23 maggio del 1992.
Precisa Cicala:
“La volontà di aderire all’iniziativa lanciata da Maria Falcone, docente, attivista antimafia italiana, e fondatrice della Fondazione Falcone diventa segno tangibile di riconoscimento ad un uomo che ha lottato per valori quali la libertà e la democrazia.
Una dovuta testimonianza affinchè sempre chiara sia l’importanza della legalità, un’esigenza fondamentale della vita sociale”.
Afferma il Presidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata:
“In questo momento delicato di emergenza sanitaria ed economica il problema delle infiltrazioni mafiose potrebbe acutizzarsi, colpendo le categorie più deboli e le aziende in difficoltà.
Non dobbiamo abbassare la guardia proprio ora, ma intensificare il più possibile la cultura della legalità soprattutto tra i giovani che insieme a noi, possono contrastare le azioni malavitose.
In questa direzione il Coordinamento ha da poco approvato due importanti progetti: ‘Liberi di scegliere’ che offre un’alternativa ai minori appartenenti a famiglie mafiose e la proposta di legge al Parlamento di modifica del Codice dei contratti pubblici, per aiutare gli imprenditori che denunciano le pressioni criminali”.
Scrive Cicala nella missiva:
“Alle ore 18.00 del 23 maggio potremmo sentirci uniti, anche se distanti, nel ricordare simbolicamente l’esempio del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie e della sua scorta nella continua lotta alla criminalità e per la legalità”.