Un terzo delle imprese del commercio e dei servizi di mercato che hanno riaperto, stima una perdita di ricavi di oltre il 70%, mentre per il 28% rimane elevato il rischio di chiudere definitivamente.
A confermarlo, Confcommercio:
“Delle quasi 800mila imprese del commercio e dei servizi di mercato che con l’inizio della fase 2 avevano la possibilità di ripartire, dopo esattamente due settimane ha riaperto l’attività l’82%.
In particolare, si tratta del 94% nell’abbigliamento e calzature, dell’86% in altre attività del commercio e dei servizi e solo del 73% dei bar e ristoranti, a conferma delle gravi difficoltà delle imprese attive nei consumi fuori casa.
È il dato principale di un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG (vedi allegato, ndr).
Tra le misure di sostegno ottenute, il 44% delle imprese ha beneficiato di indennizzi, come il bonus di 600 euro, ma è ancora estremamente bassa la quota di chi fruito della cassa integrazione (17%) oppure ottenuto prestiti garantiti (8%).
Un terzo delle imprese che hanno riaperto stima una perdita di ricavi oltre il 70%, mentre per il 28% rimane elevato il rischio di chiudere definitivamente a causa delle difficili condizioni di mercato, dell’eccesso di tasse e burocrazia, della carenza di liquidità”.