Ripristinare il Tribunale di Melfi.
Questa la richiesta dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia):
“Obiettivo: riattivare con urgenza il presidio, chiuso nel 2013, a suo tempo oggetto di forti proteste da parte delle istituzioni, mondo dell’avvocatura e semplici cittadini.
Inviato un appello al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e la richiesta di una specifica istruttoria tecnica al Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, teso a far adottare un provvedimento di stralcio dei lavori della Commissione Parlamentare che sta proprio esaminando i riscontri sulle circoscrizioni giudiziarie, soppresse con troppa fretta nel recente passato”.
In una nota, Michele Pretraroia, del Comitato provinciale potentino dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha spiegato:
“L’intento mira a contrastare con maggiore efficacia il dilagare della criminalità organizzata pugliese con specifico riferimento alla mafia foggiana e garganica che come è noto spazia anche nelle regioni circostanti di Basilicata, Campania e Molise.
Ridare centralità al Tribunale di Melfi, come anche a quello pugliese di Lucera, significherebbe restituire allo Stato il controllo in un territorio che di recente ha visto ultime operazioni delle Direzioni Distrettuali Antimafia.
Il riferimento alle pericolose piazze di spaccio di droga ed altre attività criminali, come la pressione esercitata sulle imprese agricole ubicate nelle aree di confine, lo sfruttamento degli immigrati, l’usura, il gioco d’azzardo, e la progressiva infiltrazione con acquisizione di aziende, appalti o forniture di beni e servizi che hanno coinvolto Cerignola, San Severo o altri centri della Provincia di Foggia”.