Questa la richiesta avanzata da Coldiretti Basilicata in una lettera inviata all’assessore regionale alle Politiche Agricole e Forestali, Francesco Fanelli:
“La convocazione urgente del Tavolo Verde per fare il punto sui risultati delle misure fino a questo momento adottate dalla Regione e per valutare la messa in campo di azioni straordinarie, fino alla declaratoria del’lo stato di emergenza’ su tutto il territorio regionale, giustificato dalla crisi economica in atto, nonché da evidenti ragioni di pubblica sicurezza, dalla insostenibilità dei danni a carico della sola finanza regionale, da ulteriori conseguenze di tipo sanitario e, non per ultimo, dal rischio per la biodiversità”.
Il presidente della confederazione agricola, Antonio Pessolani, evidenzia:
“Coldiretti di Basilicata segnala ormai da diversi anni i gravi problemi legati, da un lato, alla crescita esponenziale del numero dei cinghiali presenti sull’intero territorio regionale (centri abitati e Parchi inclusi) e, dall’altro, alla gestione dell’accertamento e del risarcimento dei danni patiti dalle imprese agricole lucane.
Già a Marzo del 2018 la Coldiretti Basilicata ha organizzato una grande mobilitazione di civile protesa per denunciare quella che, già allora, era a tutti gli effetti una vera e propria ’emergenza’ e, in quanto tale, bisognosa di risposte rapide e, soprattutto, efficaci.
Non a caso, il tema della riconduzione a sostenibilità della popolazione dei cinghiali – piuttosto che al ricorso al complesso e scoraggiante sistema degli indennizzi in misura percentuale ridotta – è stato riproposto dalla Coldiretti in altre successive occasioni, in uno con le contestuali richieste – mai evase – fatte al Dipartimento regionale delle Politiche Agricole e Forestali di rendere periodicamente noti i dati relativi all’andamento delle attività previste dal Piano di abbattimento selettivo e controllo della specie cinghiale per il periodo 2018/2020.
A tutt’oggi, non è dato ancora sapere quale siano, con esattezza, i risultati delle azioni previste dal Piano regionale ma è certo che, nel frattempo, il fenomeno si è notevolmente aggravato, raggiungendo dimensioni drammatiche anche a causa del lockdown imposto dal Covid-19“.