Michele Massimo Simonetti, giovane ingegnere melfitano nato nel 1984, ha le idee molto chiare: fare di Melfi il centro di riferimento dell’antisismica nazionale.
Da quando ha mosso i suoi primi passi nel mondo accademico, dapprima con la laurea in Ingegneria Civile all’Università di Basilicata e poi con il dottorato di 3 anni in Ingegneria strutturale e geotecnica, Michele ha avuto un solo grande sogno: rivoluzionare la cultura dei terremoti a partire dai concetti.
Concetti elaborati e diffusi grazie alla pubblicazione di un libro che porta il suo nome e rivolto alla comunità scientifica internazionale, la quale ha già mostrato diversi apprezzamenti.
Lo abbiamo intervistato.
Ingegnere Simonetti, a Dicembre 2016 viene pubblicato questo libro che rappresenta la sintesi di anni di studio e di lavoro. Come nasce?
“Il mio lavoro è soprattutto il frutto di un’esperienza formativa in Nuova Zelanda vissuta durante il dottorato. Ho trascorso lì 7 mesi dove ho scoperto un mondo totalmente inedito legato all’antisismica. La Nuova Zelanda è un paese ad alto rischio sismico, proprio come il nostro. Ricordo che appena arrivato ci fu una violenta scossa di terremoto: mi colpì soprattutto la normalità degli abitanti, c’era un modo di convivere con l’evento naturale assolutamente diverso dal nostro. Sono andato lì con l’obiettivo di arricchire la mia conoscenza in materia di costruzioni e mi sono ritrovato ad affrontare anche un discorso culturale”.
Scienza, tecnica e cultura sono dunque tre aspetti che possono andare d’accordo.
“Devono andare d’accordo. L’esperienza neozelandese mi ha dato la possibilità di apprendere concetti e metodi rivoluzionari per l’antisismica che qui in Italia non sono ancora arrivati. Sono interventi che se adoperati possono salvare migliaia di vite e salvaguardare il nostro patrimonio architettonico. Lo scopo di questa pubblicazione è proprio di coniugare le tecniche di nuova costruzione sviluppate in Nuova Zelanda con le nostre strutture preesistenti che, come sappiamo, hanno una storia totalmente diversa”.
Certo, visti anche i recenti avvenimenti che hanno colpito l’Italia Centrale qualche domanda uno se la pone, tra prevenzione, qualità delle costruzioni, informazione.
“Qualche anno fa ho svolto dei rilievi in Emilia Romagna in seguito alle scosse di terremoto. Dovevo verificare l’agibilità di alcune strutture ma quello che mi aveva colpito era lo stato di sorpresa degli abitanti che non si aspettavano di dover affrontare un fenomeno come quello. L’Italia è tutta sismica, poi ci sono zone ad alto rischio ed altre a basso rischio, ma deve aumentare la consapevolezza in ciascuno di noi che dobbiamo vivere e convivere con il terremoto. Partendo dalle basi possiamo rivoluzionare un intero sistema. Il mio libro nasce proprio per aprire le menti, per spiegare che adottando certi criteri possiamo rendere la qualità della vita migliore. In Nuova Zelanda si verificano sismi nettamente superiori ai nostri: perché noi dobbiamo continuare a vivere questo stato di tragedia con terremoti più “contenuti”?”.
La si potrebbe definire anche un ingegnere “culturale”. D’altronde il libro ha lo scopo di divulgare, di far conoscere, di estendere i confini, tutte considerazioni che sono alla base della cultura.
“Ed è esattamente questo il mio obiettivo. Quando sono stato contattato dalla casa editrice Scholars’ Press, conosciuta a livello internazionale per la sua attenzione alle pubblicazioni scientifiche, sono rimasto colpito, non me l’aspettavo. È nata una interessante collaborazione che ha portato, come risultato finale, alla pubblicazione del libro che è la sintesi dei miei studi di dottorato”.
Questo discorso può applicarsi anche a Melfi, notoriamente ad alto rischio sismico?
“È un obiettivo che mi sono prefissato e che voglio perseguire fino in fondo. Iniziando dalla società civile per poi estendersi a tutte le realtà possiamo fare di Melfi il centro di riferimento dell’antisismica nazionale. Basta crederci e lavorare, perché non possiamo aspettare l’ennesimo terremoto che ce lo ricordi. Bisogna agire subito per realizzare un progetto di vita migliore. Da parte mia ci sarà tutto l’impegno possibile. Porterò avanti una serie di iniziative che per adesso non posso svelare perché sono ancora in corso d’opera”.
Il libro di Michele Massimo Simonetti si intitola “Post-tensioned glulam timber framed buildings: Numerical modelling, shaking table tests and design of dissipative bracing systems“, edito da Scholars’ Press e si trova nelle librerie di tutto il mondo, da Amazon a GoogleBooks. A breve lancerà anche un blog che affronterà tutte le tematiche legate all’antisismicità e alla sostenibilità.
Facciamo un grosso in bocca al lupo al melfitano Michele, giovane esempio di chi crede nella propria terra!
Di seguito la copertina del suo libro.