Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Comitato “Natura e Libertà”:
“Recentemente a Venosa (PZ) si è costituito spontaneamente il Comitato apolitico e apartitico “Natura e Libertà” per chiedere al Sindaco e all’Amministrazione Comunale di spostare ogni decisione relativa all’eventuale adesione a far parte del Parco del Vulture solo dopo il termine della pandemia.
Il comitato ritiene il Parco del Vulture un’opportunità straordinaria per valorizzare il Monte Vulture e i Laghi di Monticchio, ormai abbandonati da molti anni e che necessita di tutele e valorizzazioni.
Allo stesso tempo, ritiene che i vincoli previsti dalla legge che regolamenta il Parco penalizzerebbero fortemente il territorio Venosino che ha caratteristiche completamente diverse da quelle del Monte Vulture.
Data la delicatezza del tema, è necessario organizzare preventivamente incontri, convegni e dibattiti per coinvolgere tutte le associazioni di categoria e l’intera cittadinanza.
Il Comitato, presieduto da Angelo Dichirico, chiede a gran voce che l’ultima parola spetti al popolo e che, a tale scopo, sia organizzato un referendum popolare come forma di esercizio della democrazia diretta.
Per promuovere le sue iniziative, è stato appena costituito un gruppo Facebook che prende il nome proprio dal comitato, tale gruppo ha già raggiunto spontaneamente in poche ore circa 180 iscrizioni.
Il comitato invita tutti i cittadini che intendono essere aggiornati su questo importante tema ad iscriversi al gruppo Facebook “Natura e Libertà – Venosa”.
Inoltre, è stata lanciata una petizione popolare aperta a tutta la cittadinanza, sia in formato cartaceo che tramite la piattaforma Change.org, per chiedere al Sindaco di spostare la decisione alla fine della pandemia organizzando dibattiti pubblici per informare la popolazione ed, in ogni caso, demandare la decisione alla cittadinanza attraverso il referendum.
Change.org è la più importante piattaforma al mondo per campagne sociali, è una società no profit che mette a disposizione strumenti tecnologici d’avanguardia a favore di petizioni, campagne e strumenti di partecipazione popolare e democrazia diretta ed è del tutto gratuita.
E’ stata scelta questa piattaforma perché è semplice, affidabile e sicura.
Il Comitato l’ha scelta per la sua autorevolezza e reputazione.
Chiunque voglia aderire alla petizione può farlo attraverso questo link: http://chng.it/G5fXg5wmDJ
Questa petizione popolare aperta a tutta la cittadinanza, si aggiunge ad una richiesta scritta già protocollata presso il Comune e sottoscritta dalle principali categorie agricole, commerciali, artigianali, professionali ma che ad oggi non ha ancora ricevuto riscontro.
Al Sindaco abbiamo chiesto di organizzare incontri, convegni e dibattiti aperti a tutti per discutere di questo importante tema, il tutto da posticipare al termine dell’emergenza dovuto alla pandemia.
Il Sindaco ha risposto, invece, organizzando una videoconferenza su invito a numero chiuso per il prossimo 10 Novembre, senza darci tempo e modo per prepararci adeguatamente e coinvolgere la cittadinanza.
Per tutte queste ragioni chiediamo:
1) Annullare immediatamente la videoconferenza;
2) Specificare le ragioni di tanta urgenza;
3) Rinviare ogni decisione al termine della pandemia;
4) Organizzare dibattiti, incontri e convegni per informare la cittadinanza;
5) Indire un referendum affinché l’ultima parola spetti al popolo.
Venosa rischia di diventare zona rossa, il destino dell’ospedale è incerto, le aziende sono allo stremo, le famiglie sono preoccupate per i contagi, il lavoro e la scuola e il Comune risponde organizzando videoconferenze sul Parco del Vulture.
Cosa si nasconde dietro tutto questo?”.
Ecco il testo della petizione:
“Referendum a Venosa per far decidere al popolo sul Parco del Vulture (dopo la pandemia).
L’eventuale adesione di Venosa al Parco del Vulture sarebbe irreversibile e con cambiamenti radicali.
Comporterebbe molte limitazioni della libertà con ripercussioni importanti anche in ambito economico.
Qualsiasi decisione va presa informando la cittadinanza con convegni e dibattiti e coinvolgendo tutte le categorie.
E’ a rischio l’agricoltura che sarebbe sottoposta a numerosi vincoli, la possibilità di costruire case in campagne e di recintare quelle esistenti.
Sarebbero vietate la raccolta di asparagi, funghi, tartufi.
Avremmo un aumento incontrollato di cinghiali ed altri animali pericolosi.
Perderemmo l’economia legata alla caccia, le utilizzazioni boschive, la possibilità di effettuare cambi di destinazione degli immobili nelle zone agricole.
La decisione è troppo delicata per poter essere presa nelle stanze del potere, proprio in questo delicato periodo.
Va spostata al termine dell’emergenza dovuta alla pandemia.
Lo strumento migliore è quello di far decidere al popolo tramite un referendum, applicando i principi della democrazia diretta”.