Il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Prof. Vincenzo Giuliano e la Presidente del Tribunale per i Minorenni di Potenza, Dott.ssa Valeria Montaruli, hanno inviato, nei giorni scorsi, in merito al trasferimento di minori stranieri non accompagnati ad altre sedi per sospensione delle attività del progetto di San Fele (PZ), una nota:
- al Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’Immigrazione – Struttura di Missione Minori stranieri non accompagnati;
- al Servizio centrale del Siproimi;
- alla Prefettura di Potenza;
- alla Questura di Potenza.
Nella succitata nota la Presidente del Tribunale e il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza rappresentano che sono pervenute comunicazioni relative all’avvenuto trasferimento dei minori stranieri non accompagnati, a seguito di sospensione delle attività del progetto di San Fele UBUNTU, anche in sedi lontane dalla Regione Basilicata, interrompendo così percorsi educativi in atto e ratificati dal Tribunale, per i minorenni di Potenza, in pendenza di procedimenti ex art. 19 d.lgs. n. 142/2015.
In una nota del Garante Giuliano si legge:
“Tale situazione pregiudica l’ottimo e proficuo lavoro svolto dalle comunità e dai tutori nominati nel percorso di integrazione ed accoglienza avviato e che viene interrotto con il trasferimento dei minori lontano dal territorio regionale.
Nessuna comunicazione preventiva di tale determinazione dell’Autorità amministrativa è stata inoltrata al Tribunale per i Minorenni e al Garante, che si sono trovati di fronte al fatto compiuto senza possibilità di interloquire sui profili relativi alla tutela dell’interesse dei minori a una continuità di vita e di progettualità.
Sulla scorta di quanto avvenuto, si è fatta richiesta, per il futuro, di richiedere l’autorizzazione del Tribunale per eventuali trasferimenti fuori dal territorio e, nell’immediato, di ritrasferire i suddetti minori nei territori di provenienza“.
Dichiara il Garante:
“Negli anni abbiamo formato circa cento tutori però, a tutt’oggi, abbiamo l’esigenza di formarne altri perché le difficoltà orografiche del territorio lucano e le relative distanze delle comunità di accoglienza non aiutano i tutori formati ad accettare la nomina, in considerazione anche del fatto che, per questi, non è riconosciuto nessun indennizzo e, addirittura, neanche permessi per assenze giustificate dal lavoro per l’espletamento della tutela.
Una riconsiderazione del ruolo e funzioni andrebbe affrontata con urgenza”.