Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dello Spi Cgil di Potenza sulle prestazioni ambulatoriali nelle strutture osepdaliere del potentino che procedono ancora molto a rilento a un anno dalla pandemia:
“Lo Spi Cgil di Potenza denuncia la grave situazione di stallo in cui, a un anno dall’inizio della pandemia, permane la sanità lucana. Da più parti arrivano segnalazioni sull’impossibilità di prenotare visite o prestazioni nelle strutture del potentino. In tutti questi mesi non si è pensato a ridurre il disagio, quanto piuttosto a non fare allungare le liste.
È il caso dell’ultima segnalazione pervenutaci, un cittadino che deve essere sottoposto a risonanza magnetica e che non riesce a prenotare perché ha una priorità alta. Avendo una richiesta con “priorità B” e quindi da espletare entro 10 giorni, semplicemente il Cup non effettua la prenotazione. In questo modo la lista non si allunga, anche se il paziente non riceve la prestazione.
Al Crob di Rionero addirittura non si accettano richieste di esami con priorità, il motivo è sconosciuto.
Bisogna insegnare qualche trucchetto ai potentini per aumentare la possibilità di accedere al servizio sanitario, come ad esempio farsi prescrivere esami senza priorità, in modo da ottenere la prestazione non in tempi rapidi ma almeno entro tre mesi, se tutto va bene. In compenso, accedere a una delle tante strutture private convenzionate è relativamente semplice se si accetta di recarsi al centro convenzionato di Matera subendo ulteriori disagi, in quanto per ritirare l’esito delle analisi bisogna per forza recarsi sul posto, quindi sottoporsi due volte al viaggio.
Forse bisognerebbe porsi qualche interrogativo sulla progressiva affezione dei cittadini alla sanità privata convenzionata e la conseguente disaffezione al pubblico con evidenti ricadute economiche sull’intero sistema. Forse bisognerebbe incominciare a chiedersi: cui prodest?
Per non parlare dei disagi per il pagamento dei ticket all’ospedale San Carlo di Potenza, con anziani costretti ad attendere in piedi a causa della rimodulazione degli spazi per le misure anti Covid e la mancanza di sedute sufficienti. Comprendiamo facilmente la necessità di delimitare gli spazi e aumentare le distanze, ma perché tenere tutti in piedi? Anche accedere al proprio fascicolo sanitario elettronico è un’impresa inutile, semplicemente perché il fascicolo non esiste. Consultando il sito preposto, infatti, non c’è nulla.
Chiediamo che la Regione Basilicata intervenga immediatamente per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini e che le aziende sanitarie prendano provvedimenti immediati affinché le attività ambulatoriali riprendano regolarmente. È da un anno che questa situazione va avanti fra annunci e smentite. Capiamo le difficoltà dovute alla pandemia ma, se è vero che in Basilicata la situazione è sotto controllo, è ora che venga garantita la salute a tutti i malati a prescindere dal Covid”.