Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Usb Basilicata L.P., USB Fca Melfi:
“È dall’inizio del 2016 che gli operai di Melfi (PZ) sono tartassati dal continuo ricorso alla cassa integrazione, causato dal costante calo di produzione, in tutto questo tempo sono stati rarissimi i momenti in cui si è prodotto con la forza lavoro al completo.
Nonostante questo dato estremamente pesante per le tasche degli operai (ogni dipendente ha perso mediamente 25 mila euro), i sindacati filopadronali continuano a dichiararsi entusiasti sul futuro dello stabilimento lucano.
Cinque anni in cui la produzione è crollata drasticamente, passando dalle quasi 400 mila vetture realizzate nell’anno più produttivo ( 2016 ), alle 220 mila del 2020.
Ieri l’ultima comunicazione aziendale di sospensione, parziale o totale, dell’attività produttiva fino a fine marzo.
Un settore perennemente in crisi, che ha utilizzato la pandemia per accelerare quel processo di indebolimento dei diritti degli operai, iniziato molto tempo prima.
Un processo che nelle sue diverse tappe prevedeva la nascita di Stellantis, colosso mondiale che peggiorerà ulteriormente lo stato delle cose per la classe operaia.
Usb Fca Melfi è sempre stata l’unica voce critica, l’unica organizzazione sindacale che ha sentito la responsabilità di rappresentare gli interessi reali degli operai, senza mai nascondere o mistificare la verità dei fatti.
Usb non gioca con i numeri né con le parole, sapendo che certe pratiche vengono utilizzate per evitare che il padrone si scontri con una classe, quella operaia, sempre più povera, ricattabile e arrabbiata.
Delle menzogne raccontate prima o poi gli operai ne chiederanno conto”.