Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa firmato dai Sindaci dell’area del Vulture — Alto Bradano:
- Atella (PZ),
- Banzi (PZ),
- Barile (PZ),
- Forenza (PZ),
- Genzano di Lucania (PZ),
- Ginestra (PZ),
- Lavello (PZ),
- Maschito (PZ),
- Melfi (PZ),
- Montemilone (PZ),
- Palazzo San Gervasio (PZ),
- Pescopagano (PZ),
- Rapolla (PZ),
- Rapone (PZ),
- Rionero (PZ),
- Ripacandida (PZ),
- Ruvo del Monte (PZ),
- San Fele (PZ),
- Venosa (PZ).
La richiesta è quella di avere chiarimenti su ciò che sta effettivamente avvenendo allo stabilimento Stellantis di Melfi (PZ).
Ecco nei dettagli:
“Le notizie che circolano in questi giorni, a proposito della richiesta di Cassa integrazione (CIG) avanzata dal gruppo Stellantis, suscitano nelle comunità cittadine del Vulture e dell’Alto Bradano allarme e preoccupazione.
Esse si accompagnano a valutazioni attendibili (ad esempio di parte sindacale) che smentiscono clamorosamente commenti ottimistici ascoltati all’indomani della fusione dei gruppi PSA-FCA, avvenute soltanto alcuni mesi fa.
Le scelte strategiche del nuovo gruppo in ordine alla distribuzione di produzioni e modelli negli stabilimenti attivi in Europa, in altri termini, risulterebbero penalizzare pesantemente il sito di Melfi (PZ) e (quel che è peggio) non solo in termini congiunturali.
In quanto Sindaci dei Comuni dell’area e a nome delle Comunità che rappresentiamo, esprimiamo incredulità e sconcerto a fronte di decisioni che, se confermate, scaricherebbero ulteriori colpi di natura produttiva, occupazionale e sociale su un territorio già pesantemente provato.
Lo stabilimento di Melfi (PZ) è fra i più produttivi ed innovativi di Europa e quindi non è possibile che non trovi una collocazione adeguata dentro strategie di gruppo e di settore che, qui come nel resto d’Europa, saranno indirizzate alla sperimentazione di nuove motorizzazioni e a modelli di mobilità sostenibile.
La Regione Basilicata:
1) faccia quanto è in suo potere presso il Governo centrale perchè il PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza) destini al più grande stabilimento metalmeccanico italiano le risorse che servono perché rimanga in vita e sia orientato verso una prospettiva produttiva credibile;
2) si ponga alla testa di una mobilitazione dell’intera comunità regionale che, già prostrata dalla pandemia, sarebbe definitivamente destinata alla desertificazione in assenza di un presidio produttivo, risultato decisivo nell’ultimo ventennio per la tenuta dell’intero PIL regionale.
Nella prossima riunione dell’ambito di zona i Sindaci per discutere della problematica inviteranno:
- il Presidente del Consiglio dei Ministri,
- il Ministro dello Sviluppo Economico,
- il Presidente della Giunta Regionale,
- l’Assessore regionale alle Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca”.