Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell‘UILPA Polizia Penitenziaria:
“Il carcere di Melfi con i suoi 50 positivi tra la popolazione detenuta e n. 2 Agenti di Polizia Penitenziaria positivi rientra tra i primi 10 Istituti a livello nazionale con maggiori contagi da covid-19.
Il Penitenziario sta attraversando un momento delicato in quanto alcuni positivi iniziano ad accusare sintomi più gravi, nonostante tutto, è venuta a mancare la continuità assistenziale medica da parte dell’Azienda Sanitaria Locale, a dichiararlo è Donato Sabia, Segretario Regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria:
“è assolutamente inconcepibile una situazione del genere, di grave entità sulla quale la Direzione pare che abbia addirittura notiziato la Procura della Repubblica per gli estremi di reato, in quanto nonostante le sollecitazioni agli organi competenti, nessuno risponde come se la comunità carceraria appartenesse a un dio minore. E’ uno scarico di responsabilità! si gioca con la vita delle persone”.
Continua il sindacalista – l’ufficio infermiera del Carcere è in affanno su 5 medici previsti e 2 jolly, lavorano oggi solamente 2 medici + 1 in part-time, quindi la fascia antimeridiana è coperta solamente da infermieri, che non riescono nonostante il massimo impegno a soddisfare le esigenze sanitarie, soprattutto le richieste di aiuto che giungono dai ristretti in sofferenza respiratoria causa covid. Non ci dobbiamo dimenticare che risultano in corso due ricoveri di detenuti in luoghi esterni di cura e altri potrebbero aggiungersi.
Si lavora in un isolamento totale, rinchiusi nelle mura e tra le mura del carcere e delle istituzioni che avevano ed hanno l’obbligo di prestare la massima attenzione in un contesto complesso e patologico com’è il carcere.
Il protocollo d’intesa tra l’Amministrazione Penitenziaria e l’Asp prevede la copertura medica h24 nel carcere di Melfi che è stata attuata con DPCM 1 aprile del 2008, che sanciva il passaggio della medicina penitenziaria al SSN e, per la prima volta in assoluto, è venuto meno questo impegno proprio con l’attuale emergenza sanitaria in carcere (è come essere ricoverato in un reparto ospedaliero senza medici di servizio).
In questi giorni si hanno difficoltà a reperire mezzi e risorse per affrontare questa emergenza, scarseggiano anche le bombole di ossigeno.
Continua il sindacalista, la UIL spesso è andata in contrasto con la Direzione, ma per quanto riguarda la gestione sanitaria non possiamo censurare nulla perché è stata impeccabile e fiscale con il protocollo sanitario. Questa emergenza è un evento straordinario e fuori misura, incontrollabile nonostante le rigorose misure messe in atto per contrastare la diffusione del virus.
Il personale di Polizia Penitenziaria è stanco e sfiduciato, perché per garantire la sicurezza e per assicurare condizioni di vivibilità all’interno dei reparti detentivi covid sotto il profilo sanitario, svolge anche turni continuavi di 12 h senza una linea di comando, ancora assente nonostante la denuncia delle OO.SS.
Iniziano a mancare i DPI individuali e spazi detentivi, che nonostante le richieste di sfollamento di detenuti da parte della Direzione per poter far fronte a questa emergenza sanitaria, l’amministrazione penitenziaria regionale di Bari è assente, non percepisce il grido di aiuto, forse aspetta il peggio!
Conclude il dirigente sindacale, mi rivolgo alla classe politica regionale e ai parlamentari lucani, affinché si uniscano alla nostra battaglia, una lotta alla sopravvivenza, al fianco del personale sanitario e della Polizia Penitenziaria del carcere di Melfi”.