Nel Vulture-melfese si registrano criticità nella campagna vaccinale.
Ecco quanto denunciano alcuni docenti alla nostra Redazione:
“Anche le scuole del Vulture-Melfese sono state riaperte, così come annunciato dal governo, ma senza tamponi, con il nodo dei trasporti ancora da sciogliere e con i docenti di nuovo umiliati da un sistema che, solo in apparenza, ne riconosce l’importanza.
Dopo l’improvvisa e immotivata cancellazione dal piano vaccinale, obbligati ad esporre la propria incolumità a classi di studenti spesso positivi e asintomatici, molti insegnanti si sono ritrovati presso l’hub vaccinale di Venosa (PZ) nel pomeriggio di ieri, venerdì 16 aprile.
Il passaparola aveva infatti diffuso la notizia che presso la cittadina oraziana venivano vaccinati, oltre ai soggetti fragili aventi diritto, i docenti esclusi dai precedenti turni vaccinali.
Sin dalla mattinata, molti insegnanti delle istituzioni scolastiche di Rionero (PZ) e Melfi (PZ) si erano presentati presso la Scuola De Luca ed erano tornati a casa dopo la somministrazione di una dose di vaccino Moderna.
Nel tardo pomeriggio una piccola folla si assiepava sotto la tettoia, al freddo, in paziente attesa del proprio turno, senza che nessuno, dall’interno della struttura, li invitasse a tornare a casa.
Alle 19:00 un’operatrice dichiarava che il centro avrebbe chiuso alle 20:00, che non avrebbero certo potuto vaccinare tutti ma che, una volta esaurito l’elenco dei soggetti con prenotazione, avrebbero conteggiato le dosi rimaste.
Alle 20:00 il medico responsabile affrontava la piccola folla, inopportunamente assembrata per ore, affermando (per la prima volta) che non era competenza del centro vaccinale di Venosa occuparsi degli esclusi di Melfi.
Questo dopo aver vaccinato per ore docenti che, a suo dire, non avrebbero avuto diritto.
Tra i vaccinati, molti gli ultrasessantenni che avrebbero potuto accedere alle inoculazioni libere di Astrazeneca nei giorni scorsi a Potenza e molti quelli che avevano portato con sé parenti e amici.
Viene da chiedersi se esista una qualche forma di coordinamento tra i centri vaccinali regionali.
Viene da chiedersi se esistano registri di vaccinazione.
Viene da chiedersi se sia normale che si vaccinino neopensionati e mogli casalinghe di operatori scolastici.
Viene da chiedersi con che coscienza, citando il Presidente Draghi, queste casalinghe abbiano saltato la fila togliendo a un docente la possibilità di vaccinarsi: un alunno positivo può significare un docente positivo; ma un docente positivo può significare centinaia di alunni (e di famiglie) positive.
Possibile che i medici del centro vaccini non si siano posti qualche domanda?
Viene da chiedersi se sia possibile presentarsi alla vaccinazione con Moderna dopo aver rifiutato, senza motivo, Astrazeneca.
Viene da chiedersi perché abbiano vaccinato gente proveniente da fuori regione, addirittura da Roma.
Viene da chiedersi perché Melfi tace, obbligando docenti, alcuni anche in quarantena e provenienti da zone rosse, ad assembrarsi presso altri centri vaccinali.
E viene da chiedersi quanti insegnanti, ancora, dovranno scoprire la propria positività nel silenzio assordante di un sistema che fa acqua da tutte le parti”.