Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Michele Petraroia (Camera del Lavoro di Melfi):
“La frugalità del popolo lucano è nota, così come l’alto senso civico, il rispetto delle regole e la straordinaria dignità con cui ogni famiglia sopporta in silenzio condizioni di disagio, crisi e difficoltà.
Eppure una mamma ha trovato la forza per affidare alla stampa parole più dure delle pietre che non possono e non debbono cadere nel vuoto : <..una famiglia non riesce a vivere da quasi un anno con 700 euro al mese…>.
Non è dato sapere quando, come, da chi e dove, sarà risolta la vertenza per i 126 lavoratori della AUCHAN, ma tutti noi, da Melfi (PZ) ai Ministri del Governo Draghi, non possiamo non avvertire sulla nostra pelle la sofferenza che provoca quel grido.
Quanti lavoratori anonimi, di imprese modeste e con nomi poco blasonati, si trovano in difficoltà col lavoro a rischio, la contrazione del salario o già in apprensione per l’imminente scadenza della cassa Covid, del blocco dei licenziamenti o delle indennità di disoccupazione?
Quanti interinali, collaboratori assunti a partita Iva, micro-imprenditori o soci-lavoratori sono già a casa con reddito di cittadinanza o d’emergenza agli sgoccioli o già finito?
Quanti lavoratori autonomi nell’area industriale di Melfi sono alle prese con la pandemia e con il calo dei volumi produttivi e delle attività dirette e indotte legate a Stellantis ?
Una crisi di simili proporzioni va affrontata con umiltà.
Non esistono precedenti né un vademecum per le Istituzioni o per le forze politiche e sociali; ma ci si può mettere a servizio delle comunità locali agendo con frugalità, sobrietà e concretezza.
L’essenzialità lucana può aiutarci a evitare annunci inutili e ci può spingere a mettere insieme le idee, le proposte e i percorsi per andare oltre le posizioni di ciascuno e verso una soluzione condivisa dei problemi.
Confondere la crisi generale di un territorio con i riflessi della sola vertenza Stellantis ci fa smarrire la strada delle responsabilità istituzionali come se il ruolo di un disoccupato, un precario, un Sindaco, un Assessore Regionale, un Parlamentare o un Ministro fossero interscambiabili per il solo fatto che tutti insieme si augurano il prosieguo della produzione di automobili a S. Nicola di Melfi.
Non è così e non compete ai francesi garantire in un’area in cui lavorano 14 mila persone il servizio del 118, un ospedale attrezzato, una medicina territoriale efficiente, un Tribunale aperto anziché chiuso, una strada a quattro corsie, un presidio efficace delle Forze dell’Ordine contro la criminalità organizzata, la connessione veloce, l’attivazione della zona economica e speciale con abbattimenti fiscali, un collegamento rapido con porti e interporti, la formazione continua dei lavoratori e la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Spetta agli Enti Locali, alle Regioni Basilicata, Puglia e Campania, al Parlamento e al Governo Nazionale, dare risposte ciascuno per la propria parte e assumendosi la responsabilità di aver lasciato l’area industriale più importante del Mezzogiorno fuori dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Illudersi di risolvere tutto con un’unanime e giusta alzata di scudi contro i francesi può fornire alibi a chi ne è interessato ma si sappia che a differenza del 1528 dopo la strage di Pentecoste non arriveranno gli spagnoli che tolsero il feudo ai Caracciolo per assegnarlo ai Doria.
Il rischio è troppo grande per non imporre a tutti sobrietà e concretezza”.