La pandemia e la didattica a distanza (Dad) hanno fatto danni enormi sull’apprendimento dei ragazzi.
Il quadro emerge dal Rapporto Invalsi.
Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano e il dato sale al 45% in matematica.
Alle superiori il dato sale rispettivamente al 44% e al 51% con un + 9% rispetto al 2019, anno dell’ultimo report.
Drammatica la situazione al Sud: in totale oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano.
La quota di studenti sotto il livello minimo cresce di più tra gli studenti socialmente svantaggiati.
Le prove quest’anno hanno coinvolto oltre 1.100.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 530mila studenti della scuola media (classe III) e circa 475mila alunni dell’ultima classe delle scuole superiori.
La pandemia e la Dad hanno messo in difficoltà soprattutto gli studenti delle scuole superiori: a livello nazionale, quelli che non raggiungono risultati in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali sono in Italiano il 44% (+9% rispetto al 2019), in matematica il 51% (+9% rispetto al 2019), in inglese-reading il 51% (+3 punti percentuali rispetto al 2019), in inglese-listening il 63% (+2 punti percentuali rispetto al 2019).
Sono oltre 40 mila i giovani di 18-19 anni che escono da scuola impreparati.
Alle scuole medie aumentano significativamente gli studenti che non raggiungono risultati in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali: il 39% in Italiano (+5 punti percentuali rispetto sia al 2018 sia al 2019) e il 45% in Matematica (+5 punti percentuali rispetto al 2018 e +6 punti percentuali rispetto al 2019).
Quadro stabile degli esiti della scuola elementare del 2019 e del 2021, si evidenzia però una differenza dei risultati tra scuole e tra classi nelle Regioni meridionali. Ciò significa che la scuola primaria al Sud fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti.
Diminuiscono le prospettive di inserimento nella società: la cifra ha raggiunto il 9,5% (+2,5% rispetto al 2019) e in alcune ragioni del Sud ha superato ampiamente valori a due cifre (Calabria 22,4%).