A Melfi si riaccende la questione dell’impianto dei rifiuti solidi urbani da realizzare presso l’area industriale.
Una storia che va avanti da alcuni anni quando i sindacati si opposero al megaprogetto di 3 impianti distinti chiedendo alla Regione di sospendere con effetto immediato ogni autorizzazione per la loro realizzazione, cosa che la Regione aveva effettivamente fatto.
Ma la società Alphabio, richiedente del progetto, aveva fatto ricorso impugnando il silenzio inadempimento con cui la Regione aveva bloccato l’iniziativa ma senza esprimersi sulle relative autorizzazioni, in virtù di una previsione della propria legge 5 del 2016 poi riformulata dalla legge 19 del 2016.
I giudici hanno ritenuto la questione «non manifestamente infondata» ed hanno sospeso il giudizio, trasmettendo le carte alla Corte costituzionale affinché si pronunci sulla costituzionalità della norma.
L’attuale assessore regionale all’ambiente Francesco Pietrantuono si era già fatto promotore, quando era ancora capogruppo del Psi in consiglio regionale, di una mozione che mirava a sospendere l’autorizzazione per la costruzione di nuovi impianti.
Ora la questione si riapre e i sindacati promettono nuove battaglie e con loro i cittadini dell’area.
Il rischio maggiore è infatti rappresentato dalle numerose aziende agricole e alimentari che potrebbero chiudere i battenti e trasferirsi altrove in caso di realizzazione dell’impianto.
Su tutte la Barilla, azienda storica dell’area industriale di Melfi, che già nel 2015 aveva minacciato di fare le valigie.
Si può immaginare l’evidente danno economico, oltre che ambientale, che si riverserebbe su tutta l’area.
Voi cosa ne pensate di questa faccenda?