Riceviamo e pubblichiamo una comunicazione giunta alla nostra Redazione:
“Buongiorno,
scrivo alla vostra redazione sperando di catturare l’attenzione dei media locali (e non solo) per denunciare la drammatica situazione che stanno vivendo, da oramai un anno, le 126 famiglie degli ex operai dell’exAuchan di Melfi.
Stiamo lottando (premetto sono la moglie di un operaio Auchan) insieme ai nostri mariti per difendere un nostro diritto ‘LAVORARE’, non pretendiamo l’impossibile vero?
Siamo nati in Basilicata, siamo, lucani abbiamo fondato qui le nostre radici ma ci sentiamo soli e abbandonati da chi in questo momento dovrebbe tutelarci.
A nulla sono servite le varie manifestazioni, i vari incontri per risolvere questa situazione.
Ci ritroviamo senza lavoro e abbiamo perso tutti i nostri diritti.
Mi dispiace (parlo della mia situazione ma, come me, tale condizione riguarda altre famiglie) che dopo anni di sacrifici per acquistare una casa (basti pensare che mi mancano pochi anni di mutuo), oggi mi ritrovo con casa ma senza un lavoro: cosa faccio mi tengo la casa e vivo d’elemosina o lascio tutto e mi avventuro a 46 anni in altre Regioni d’Italia in cerca di fortuna?
Miei cari politici con noi avete fallito; una possibilità è rimasta: il bando d’industrializzazione per ricollocare questi ragazzi e, allora, perché non è stato ancora pubblicato?
Avete fatto un accordo base firmato da tutte le parti chiamate in causa, a chi o meglio a cosa sono dovuti questi ritardi?
Laddove non rispondiate a me, un domani dovrete dare spiegazioni ai nostri figli e annesse famiglie.
Concludo col non ringraziare, almeno in questo momento”.