Misurare lo stato di salute del Parco regionale del Vulture.
Un programma di biomonitoraggio ambientale sarà presto avviato nell’area naturalistica che, per le sue caratteristiche e le diverse attività dell’uomo, si presta per testare attraverso l’utilizzo di organismi sentinella la qualità del suolo, dell’acqua e dell’aria e le variazioni nel tempo.
Il programma, finanziato dal governo regionale in una recente delibera con 980 mila euro del Fondo di sviluppo e coesione, porterà alla costruzione di un sistema di controllo per misurare l’impatto delle potenziali sorgenti inquinanti sull’ambiente.
Spiega l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa:
“Un sistema naturale in buone condizioni è uno strumento chiave per garantire la salute pubblica e il benessere. Il biomonitoraggio, effettuato in modo preliminare e a grande scala e basato sulle informazioni fornite da ‘sensori viventi’ quando sono esposte ad agenti inquinanti, ci permette di individuare aree a rischio e indirizzare indagini mirate, facendo risparmiare alla collettività tempo e denaro.
“Il nostro obiettivo è quello di tarare un modello di controllo della qualità dell’ambiente esportabile dal Vulture a tutto il vasto e notevole patrimonio naturalistico della Basilicata”.
La cartografia georiferita degli habitat Natura 2000, i dati scientifici raccolti sulle specie di flora e di fauna, in particolare su quelle con valore di bioindicazione, il pool di indicatori spaziali utilizzati per caratterizzare la qualità naturale e paesaggistica costituiscono una solida base di partenza per la elaborazione di un sistema di biomonitoraggio nel territorio del Parco.
Non meno importanti, a questo proposito, gli studi e gli approfondimenti legati alla Rete ecologica regionale, nell’ambito del Piano paesaggistico in fase di elaborazione.