Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione giunta alla nostra Redazione:
“Mi piacerebbe accendere un riflettore sulla gestione dei casi covid nelle scuole, nello specifico (parlo di Melfi): esiste un protocollo che prevede casistiche diverse per fasce d’età e per vaccinati o non, ma la Novità è che il dipartimento d’igiene non tiene conto di ciò e mette sistematicamente tutti in quarantena in caso di una positività rilevata, quando in realtà il vaccinato dovrebbe fare un percorso diverso e, non sono io a dirlo, ci sono le linee guida diramate dal governo e note a tutti i cittadini tranne che all’USCO.
Detto ciò, a mio avviso si perde fiducia nella campagna fatta pro vaccino se poi mi viene detto non c’entra niente che sono vaccinati: i miei figli appena hanno avuto l’età per farlo si sono vaccinati e dovrebbero farlo tutti.
Ma occorre anche avere una linea guida che sia applicata in eguale misura in ogni parte d’Italia e non a libera interpretazione.
Siamo in prossimità del Natale e un conto è la quarantena, altro la sorveglianza dove i ragazzi possono uscire e adottare le giuste e necessarie misure di prevenzione, per godere anche se minimamente delle attività messe a disposizione dell’amministrazione comunale.
‘Ai soggetti in sorveglianza con testing deve essere richiesto, in modo responsabile, di limitare le frequentazioni sociali e le altre attività di comunità (ad esempio attività sportive in gruppo, frequentazione di feste, assembramenti, visite a soggetti fragili) e di mantenere in maniera rigorosa il distanziamento fisico e l’uso della mascherina incontrando altre persone oltre ai familiari‘; QUESTO QUELLO CHE CITA IL PROTOCOLLO.
Parlo dei miei figli che per scelta non hanno ripreso nessuna attività extrascolastica se non andare a scuola perché, sempre il governo, impone la massima frequenza e tra l’altro rimane l’unico momento di socializzazione che si concedono.
Per cui sarei lieta se ci fosse più attenzione nell’applicazione dei dettami e protocolli covid.
Grazie, uno dei tanti genitori”.