Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Cisl Basilicata:
“Previsioni rispettate: Vincenzo Cavallo è stato confermato all’unanimità segretario generale della Cisl Basilicata.
Nel sindacato dalla metà degli anni ’80 come delegato di cantiere nel settore forestale, Cavallo (59 anni) è stato responsabile comunale della Cisl della sua città, Montalbano Jonico, per circa dieci anni e dirigente sindacale prima della Fisba, categoria dei braccianti agricoli, e poi della Fai Cisl di cui è diventato segretario generale nel 2017. Confermata anche la segreteria uscente composta da Luana Franchini e Carlo Quaratino.
Si conclude così il XIII congresso regionale della Cisl che ha anche eletto i delegati che prenderanno parte al congresso nazionale in programma dal 25 al 28 maggio alla Fiera di Roma. La nuova segreteria della Cisl guarda già agli imminenti impegni sindacali, in primis l’avvio di una nuova fase di confronto con il governo regionale e la campagna per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie nel pubblico impiego e nella scuola”.
Ha detto Cavallo a margine del congresso:
“La Cisl è pronta per un confronto a tutto campo su un’agenda di riforme per aprire una nuova fase di crescita e sviluppo e traghettare la Basilicata in un futuro più inclusivo.
Abbiamo fatto una scelta netta: presidiare con maggiore insistenza le tante periferie del sociale. La strategia di prossimità che abbiamo realizzato e la capillarità delle nostre articolazioni, hanno permesso di allargare il nostro impegno oltre i luoghi di lavoro più strutturati.
Costruire insieme il cambiamento richiede di allargare il campo delle responsabilità per incidere realmente sulle dinamiche della politica economica e sociale perché un sindacato c’è e ha una sua utilità nella misura in cui è in grado di esercitare una leadership sociale e di legare i destini di ciascuno individuo con quello degli altri”.
Il segretario nazionale Andrea Cuccello, concludendo i lavori della mattinata, ha riportato la discussione sul tema del PNRR e delle possibili ricadute sul territorio:
“Dentro il PNRR non si parla di banche, eppure le banche in questa fase devono essere player fondamentali per lo sviluppo e promotori di imprese dentro il tessuto produttivo delle regioni. Nel patto sociale devono starci anche le banche perché ci devono aiutare per capire come le risorse possono avere un effetto moltiplicatore.
Questo significa avere le idee ben chiare sull’idea di modello di sviluppo nel quale vogliamo andarci ad inserire, capire quali sono le ricadute occupazioni, che tipo di contratti collettivi vengono applicati, che idea c’è sulla sicurezza e che genere di imprese possono prendere a quelle importanti opere.
Oltre alle vittime sul lavoro dobbiamo considerare che ci sono 155 mila persone che subiscono conseguenze molto sere dopo un infortunio, poi c’è il tema legato alle malattie professionali.
Quando noi vediamo la persona che muore sul lavoro in realtà vediamo solo la punta dell’iceberg, con le famiglie spesso lasciate sole dopo tre giorni di notorietà, con cause che vanno avanti per anni. Dobbiamo dare un altro tipo di lettura al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro: ci dobbiamo porre la domanda di come riqualificare aziende sempre più piccole e destrutturate e con una scarsa capacità di comprensione dei processi”.