Il sindaco di Rionero, Mario Di Nitto, conferma l’apertura delle scuole domani e ne spiega le motivazioni con un suo scritto:
“Cari Concittadini,
come sempre accade quando la neve viene a farci compagnia, impazza il dibattito sui provvedimenti da assumere.
Rionero è un paese di alta collina, in cui tutti hanno un’innata confidenza con il rischio neve, per la verità, e purtroppo, sempre molto meno intenso negli ultimi anni.
Soprattutto i più adulti sanno che in caso di neve non c’è ragione di allarmarsi e di farsi preda del panico, trattandosi di un normale e inevitabile evento meteo.
La neve nasconde il pane, dice un vecchio proverbio.
La neve è vita ed è ricchezza, insomma.
Certo, la neve porta con sé anche qualche disagio: il rischio di bagnarsi, di scivolare, di raffreddarsi, di rallentamenti del traffico, di programmi saltati, ecc.
Ma la vita può andare regolarmente avanti.
Il servizio di spazzamento neve e spargimento sale, benché costoso, viene sostenuto proprio per limitare al massimo i disagi, che è impossibile azzerare del tutto.
Gli anziani, soprattutto, ci insegnano che non c’è da disperare per il ‘tempo’, che quando la neve cade al suolo, ciascuno può fare la propria piccola parte davanti casa e contribuire a ciò che mai potrebbe essere assicurato a ogni cittadino dal servizio pubblico.
Ma tutto ciò è piuttosto ovvio ed è forse anche inutile rammentarlo.
Com’è altrettanto ovvio che, in caso di neve, il servizio scuola deve proseguire e interrompersi soltanto nel caso in cui non vi sia davvero alternativa.
Il diritto all’istruzione è troppo importante per fermarsi di fronte alle prime difficoltà.
Non deve essere interrotto di fronte al semplice rischio di incontrare qualche disagio, figurarsi al cospetto di previsioni meteo con largo margine d’errore.
Se a fronte della mera probabilità di neve si dovessero chiudere anticipatamente le scuole, si dovrebbe sospendere non solo per oggi, ma forse per il resto della settimana.
L’unica cosa ragionevole, in questi casi, è che tutti gli attori coinvolti (genitori, docenti, dirigenti scolastici e istituzioni) non si spoglino delle proprie responsabilità e compiano ogni sforzo per garantire il massimo possibile alle condizioni date.
In questi giorni, a tanti ragazzi ucraini è negato il diritto all’istruzione, non per la neve, con la quale sono ben abituati a convivere nonostante i disagi, ma per eventi ben più gravi.
Eppure anche da lì ci arrivano racconti di coraggiosi tentativi di mantenere in vita le scuole, nelle forme possibili, all’interno dei bunker, nonostante le difficoltà e le bombe.
Sono scenari che ci auguriamo di non dover mai vivere, che ci insegnano, però, che a scuola i ragazzi devono innanzitutto imparare a non arrendersi innanzi alle prime difficoltà e ai primi disagi, a non rinunciare all’istruzione e alla formazione soltanto perché c’è da compiere qualche sforzo e prendersi qualche rischio.
Questo è il messaggio che la ‘Comunità Educante’ deve sempre lanciare a chi si prepara a dover affrontare la vita, i cambiamenti, lo stravolgimento dei tempi e i vari ostacoli che possono incontrarsi.
Per questo, è per noi importante compiere ogni sforzo in tale direzione, anche se ciò può significare impopolarità e assunzione di responsabilità.
L’emanazione di un’ordinanza e di un divieto è una soluzione spesso comoda, evita responsabilità e sposta soltanto il problema altrove; ma la corsa delle istituzioni alla deresponsabilizzazione è il contrario di ciò che compete alla comunità educante, a noi e a tutti coloro i quali sono investiti, a vario titolo, di diversi pezzi di responsabilità.
Il personale della scuola ben sa che è troppo importante per rinunciare quando tutti gli altri lavoratori non si fermano.
I genitori sanno ben valutare le singole esigenze dei propri figli e le scelte per loro più opportune, al di là delle ordinanze, come sempre è stato e sempre sarà.
Il servizio pubblico, però, deve proseguire fino a quando non c’è alternativa alla sospensione o alla chiusura, non certo può fermarsi dinnanzi a una previsione meteo di dubbia attendibilità.
La scuola è bella sempre, anche quando ci sono difficoltà, e bisognerebbe fermarla soltanto quando non può davvero farsi diversamente.
E questo che dobbiamo ricordare a noi stessi e comunicare a tutti i nostri ragazzi.
Esattamente come è bella la neve ed anche questo non va dimenticato, perché ciò che è bello non va scambiato per tragedia”.