Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Luigi Cannella, Cisl Basilicata, su produzione e occupazione negli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis nel Q1 in corso di presentazione a Torino, con un focus su Melfi:
“I dati della produzione nei primi tre mesi del 2022 segnano un dato ancora negativo pari ad una riduzione del -13,5% rispetto al 2021.
Nello specifico nel I° trimestre del 2022 sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 180.174 unità contro le 208.242 del 2021.
La produzione di autovetture, pari a 123.484 segna un -2,6%, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una pesante riduzione del 30,4% in termini di volumi pari a 24.790 veicoli commerciali.
Se i dati di produzione li rapportiamo al periodo pre-covid e quindi al 2019, la situazione mantiene lo stesso livello di perdita complessiva nei volumi con un – 13,2% (auto+veicoli commerciali), con le autovetture in forte peggioramento a -9,4% e i veicoli commerciali a – 20,5%.
L’effetto è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori.
Sui fermi produttivi hanno poi inciso anche se in minima parte anche le difficoltà causate dal fermo dei trasporti.
La carenza di semiconduttori ha iniziato a riscontrarsi in termini di blocchi produttivi già nei primi mesi del 2021, ma si è aggravata pesantemente nella seconda parte del 2021 e continua in maniera molto significativa anche nel primo trimestre 2022, una situazione che condizionerà tutto l’anno.
Il 2022 dall’andamento di questi primi tre mesi, si sta prefigurando come il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis nel nostro Paese.
Se nell’arco temporale di quattro anni, 2017-2021, si era perso il 35% della produzione complessiva da 1.035.454 a 673.475, il 45% nelle sole autovetture (da 743.454 a 408.526), con la tendenza di ulteriore riduzione generata nei primi 3 mesi 2022 rischiamo di scendere, su base annua, sotto le 600.000 unità (-42% rispetto 2017) complessive tra auto e commerciali, con una produzione auto sotto le 400.000 (-48% rispetto 2017).
Le situazioni più pesanti nella perdita dei volumi si riscontrano nei due stabilimenti, Melfi (-22,4%) e Sevel (-30,4%), che in negli ultimi anni rappresentavano i Plant italiani con il maggior numero di quantità prodotte.
Il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro è un problema di ordine geopolitico, che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica.
Lo scoppio della guerra in Ucraina può solo peggiorare ulteriormente il problema del reperimento e del costo delle materie prime.
Le preoccupazioni nostre riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito e dell’occupazione da questa situazione, oltre alle ripercussioni negative che si stanno determinando a cascata in tutto il settore.
Nel settore dell’automotive non si era mai determinata una situazione di questa portata: le case automobilistiche non riescono materialmente a soddisfare gli ordini già acquisiti.
Anche il ritardo del provvedimento degli incentivi sulla mobilità sostenibili, ha certamente influito sulla domanda dei consumatori e di conseguenza anche sui volumi.
Il crollo più pesante in termini di volumi produttivi nelle auto nel I° trimestre è quello di Melfi, con – 22,4% rispetto al 2021 (- 14.116 unità), siamo ai livelli 2020 in pieno periodo Covid.
Se lo rapportiamo al 2019 la perdita è di oltre 17.000 auto (-26%).
Delle quasi 50.000 auto prodotte il 22% è rappresentato da 500x, il resto è suddiviso in parti uguali da Jeep Compass e Jeep Renegade.
Se la tendenza viene confermata nei prossimi trimestri significa non raggiungere la produzione del 2021, e attestarsi a meno della metà delle produzioni fatte nel 2016 dopo il lancio di Renegade e 500x.
Il blocco causato dai semiconduttori crea un tonfo maggiore negli stabilimenti più produttivi, del resto Melfi ha rappresentato per molti anni lo stabilimento che da solo produceva la metà delle autovetture di FCA.
Oggi lo stabilimento lucano continua comunque a rappresentare un significativo 40% del totale delle autovetture prodotte da Stellantis nel nostro Paese.
I fermi produttivi generati dalla mancanza dei semiconduttori hanno pesato enormemente sullo stabilimento, sono circa 30 le giornate di stop produttivo gestite con la Cigo.
Dobbiamo poi aggiungere che tutto ciò a poi determinato lo stop ai 17 che erano stati attuati in parte.
La mancata partenza dei 20 turni preventivati inizialmente per il 1°marzo e la discesa a 15 turni hanno determinato un contraccolpo occupazionale di circa 1.500 lavoratori.
Per evitare ripercussioni negative, si è dovuti intervenire con vari strumenti, trasferte infra-gruppo e incentivazioni all’uscita su base esclusivamente volontaria, stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà dal 4 aprile al 7 agosto 2022, che nella nuova normativa consente una riduzione massima mensile dell’orario di lavoro dell’80%.
Da Agosto 2022 comunque saranno necessari altri ammortizzatori sociali straordinari per accompagnare la transizione dello stabilimento di Melfi verso la produzione dei quattro nuovi modelli multibrand completamente elettrici, sulla piattaforma Bev STLA Medium, confermati a partire dal 2024 anche nel piano Stellantis”.