San Fele pronta a festeggiare San Giustino de Jacobis, il santo lucano sempre più conosciuto grazie alle iniziative di Mons. Ciro Fanelli e di don Michele! I dettagli

La Chiesa di San Fele (PZ), come ogni anno, vuole celebrare il più illustre figlio della sua Terra: San Giustino De Jacobis, nel ricordo del giorno della sua nascita al cielo, avvenuta il 31 Luglio del 1860.

Così racconta la comunità:

Noi Sanfelesi Lo custodiamo nel cuore, fieri di averGli dato i natali, Egli rappresenta per noi la ricchezza vera, che ogni altra vince e onora.

Un glorioso Santo, il nostro, il cui culto e la cui fama non superano il Meridione d’Italia.

Fu tanto noto in terra d’Africa, quanto ignorato in patria: qui le sue radici profonde e nascoste, là i frutti maturi del Suo apostolato.

Egli, con la sua opera, è tuttavia consegnato a una dimensione universale e tocca a noi contribuire per farLo conoscere e valorizzare.

Giustino nacque il 9 Ottobre 1800 e visse a San Fele fino a 12 anni.

Il ricordo del proprio paese, come leggiamo nei suoi Scritti, rimase sempre nel suo cuore.

Egli non dimenticò mai le radici lucane e meridionali, anzi con il proprio stile di vita ne esaltò i valori genuini di semplicità, laboriosità, accoglienza.

A 18 anni decise di consacrare se stesso per la causa del Vangelo di Cristo; il 18 Giugno 1824 venne ordinato sacerdote nella cattedrale di Brindisi.

La fede nel Signore rese Giustino apostolo e testimone autentico della Parola prima in Italia (1824-1839), attraverso le regioni del Regno di Napoli e poi in Etiopia (1839-1860), tra disagi e persecuzioni eroicamente sofferte per venti anni circa.

Il nostro Concittadino ebbe una sua particolare forma di santità e il suo magistero apostolico, giudicato ai suoi tempi quasi sconcertante, è ora invece ritenuto di prestigiosa attualità alla luce e alle indicazioni della Chiesa di oggi.

Vogliamo ricordare almeno qualche aspetto dei tanti caratterizzanti la sua operosità apostolica.

Prima di tutto l’atteggiamento ecumenico di Giustino, che contraddistinse tutta la sua vita.

Egli intuì che il vincolo teologale che unisce tutte le Chiese, come sosterrà 100 anni dopo il Concilio Vaticano II, è il Battesimo, che “ci rende tutti figli di Dio in Gesù Cristo, perché tutti siano una cosa sola”( Gv 17,21).

Essere coraggiosi artefici del dialogo e dell’amicizia, sostiene il Concilio Vaticano II e anche Papa Francesco, allo stesso modo del nostro Santo Giustino, che considerava il dialogo come esperienza che più di ogni altra favoriva l’incontro tra le persone.

Dialogo per Lui significava ascolto dell’altro, insieme al suo rispetto e apprezzamento e le diversità che emergevano erano efficaci per la crescita personale e religiosa.

L’Inculturazione fu il suo metodo.

Rinunciando volutamente a mentalità e formazione occidentali, assunse il modo di vivere, di pregare e perfino di vestire proprio degli Etiopi, arrivando ad essere “abissino con gli Abissini”.

Nel suo operare non presentò mai la Chiesa di Roma in atteggiamento di superiorità, come era stato fatto in passato, ma la definì Chiesa sorella, che accettava le differenze delle altre Chiese e le valorizzava.

Dio premiava i suoi sacrifici con conversioni al Cattolicesimo non solo delle classi umili, ma anche di dotti, copti e musulmani.

In tal modo, il nostro Santo realizzò un significativo passo in avanti nel cammino verso la sinodalità e la comunione interreligiosa.

Nella realtà di quell’ambiente Giustino subì stenti, prigionie e pesanti persecuzioni, a causa dell’ostilità del vescovo copto Abuna Salama e dell’imperatore Teodoro II.

Tante volte venne frainteso, giudicato, sospettato dagli stessi Francesi, strumento delle manovre del tristemente famoso Mr. De Goutin.

La forza per affrontare le avversità Giustino la attingeva nella meditazione e nella preghiera, che si sostanziava di amore concreto verso i fratelli, sull’esempio di Cristo, che diede la vita per noi.

Le sue virtù illuminino la nostra vita e la sua opera raggiunga come profezia, come provocazione ognuno di noi e soprattutto i giovani per camminare su quei sentieri di comunione, di dialogo, di testimonianza, di carità, tanto amati dal Nostro Santo.

L’Africa, soprattutto in questo momento storico particolare, è anche qui, bussa alle nostre porte, chiede un posto alle nostre tavole, un posto dove non vi sia segno alcuno di divisione e di discriminazione.

Conoscere Giustino e amare questa sua Africa, vicina e lontana, è un tutt’uno.

Il nostro Vescovo, Sua Ecc.za Mons. Ciro Fanelli, a cui San Giustino De Jacobis è particolarmente caro e il parroco della nostra Chiesa, don Michele Del Cogliano, hanno efficacemente contribuito, con il loro operare, a rendere contemporaneo e vivo il Nostro Santo, il cui unico torto, come ebbe a dire Paolo VI nel giorno della sua canonizzazione, è ancora quello di essere poco conosciuto.

Hanno inteso sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni a cogliere i tratti più incisivi della personalità di Giustino, che fanno di Lui un modello per l’uomo di oggi: l’Ecumenismo, la missionarietà, la spiritualità.

Molteplici sono state le iniziative intraprese:

  • Benedizione della Statua da parte di Papa Francesco nell’ottobre del 2019;
  • concorsi letterari nelle scuole;
  • borse di studio sulla ricerca della figura del Santo, realizzate in collaborazione con l’Università di Basilicata e il Comune di San Fele;
  • accoglienza in Chiesa Madre delle Reliquie del Santo, conservate nella cappella dei Vergini a Napoli per la durata di un mese;
  • commemorazione della nascita di San Giustino a livello diocesano, il 9 Ottobre 2020, con la partecipazione di tutti i prelati della Regione Basilicata, del vescovo metropolita Mons. Ligorio e anche del presidente del Consiglio Regionale, Dott. Carmine Cicala, con cui si è inteso intraprendere un percorso di valorizzazione turistica del territorio;
  • realizzazione di un progetto presentato dal Vescovo, mons. Ciro e dal parroco don Michele, approvato dalla Conferenza Episcopale di Basilicata e dalla Commissione Missionaria Regionale, che ha visto la nomina di San Giustino De Jacobis come “Protettore dei Lucani nel mondo” e “Compatrono della Basilicata” insieme a San Gerardo Maiella.

Il parroco don Michele ha voluto rendere omaggio di ammirazione e venerazione al grande Santo, scrivendo un libro, dal titolo: “In dialogo con San Giustino De Jacobis”.

Questo, molto interessante e avvincente, è stato inviato dal Vescovo, mons. Ciro, a tutti i vescovi d’Italia, per presentare il nostro Santo a un vasto numero di lettori.

Ogni Domenica, a iniziare dal 3 Ottobre 2021, fino al 10 Luglio 2022, don Michele ha effettuato la peregrinatio dell’insigne Reliquia di San Giustino in tutte le parrocchie della Diocesi, a cui ha portato in dono anche un quadro del Santo, da offrire alla venerazione dei fedeli.

Tantissime persone hanno preso parte alle funzioni religiose.

Il pellegrinaggio ha inteso ricordare la missione che Dio aveva affidato al nostro Santo: percorrere le strade del mondo, incontrando la gente, i poveri e l’impegno nell’opera di evangelizzazione.

Nel suo libro e nelle varie tappe della peregrinatio, durante le omelie delle Sante Messe, il parroco ha sapientemente delineato i tratti fondamentali della figura del grande missionario lazzarista.

Giustino, egli ha affermato, era un uomo piccolo e minuto, ma nello stesso tempo forte, intraprendente e tenace nel perseguire i suoi sogni.

Amante dei grandi orizzonti, in Lui la tensione spirituale si trasformava in voce itinerante per le vie del mondo, per annunciare il Vangelo delle Beatitudini e far propria la passione di Gesù per i fratelli più poveri e bisognosi.

Le virtù cristiane, comunicava don Michele, che caratterizzarono la personalità del Santo furono l’umiltà, la carità e il perdono, che aveva in Cristo il suo ispiratore e che in Giustino raggiungeva la vetta dell’amore al nemico.

Amare il prossimo incondizionatamente, senza riserve e pregiudizi, perché solo il vero amore può rinnovare la società.

Sono questi gli aspetti della personalità del nostro Santo, messi in luce e ampiamente illustrati da don Michele.

Noi Sanfelesi vogliamo ringraziare il nostro parroco per tutto quello che fa per la nostra comunità e soprattutto per la diffusione della spiritualità del nostro Santo.

Il Cuore Divino di Gesù, per intercessione di Maria e di San Giustino De Jacobis, lo guidi sempre con la Sua luce e la Sua grazia, affinché sia costruttore di comunione e di unità.

Un ringraziamento particolare va al nostro Vescovo , mons. Ciro Fanelli, sempre sensibile alle attese della nostra parrocchia.

Egli, amante e diffusore della santità di San Giustino De Jacobis, ha sempre incoraggiato, sostenuto e collaborato con don Michele nella realizzazione del progetto per la valorizzazione del nostro Santo.

Signore, accompagnalo nel suo cammino con il Tuo Amore, donagli sapienza, fermezza e lungimiranza e disponibilità ad ascoltare sempre la voce dello Spirito, sull’esempio di San Giustino“.

Ecco il programma dei prossimi eventi in onore del santo.