La vicenda Ex Auchan di Melfi non trova ancora un epilogo positivo.
Ecco la denuncia di una cittadina, giunta alla nostra Redazione:
“Buongiorno sono la moglie di un lavoratore ex Auchan.
Mi ritrovo, mio malgrado, a denunciate la nostra drammatica situazione: sono ormai anni che noi famiglie insieme ai nostri mariti lottiamo per riottenere un nostro diritto, il ‘Diritto al lavoro’ sancito dalla Costruzione Italiana, un diritto a noi tolto in maniera severa.
Siamo gli unici lavoratori dell’organico dell’azienda a non essere ricollocati o meglio a non essere presi in considerazione: sono 126 i lavoratori del sito di Melfi.
Ci sono stati tre bandi d'”industrializzazione per la ricollocazione” ma tutti e tre sono andati deserti: l’ultimo sembrava (parole certe e attestate dagli uffici di competenza della Regione) che finalmente portasse ad una risoluzione positiva, fino al giorno della scadenza; ormai ci sembrava che questo calvario fosse alle porte.
Purtroppo così non è stato: tutto questo continua ad essere una lunga logorante sofferenza, un dramma irrisolvibile.
Non chiedo e non pretendo nulla dalla Regione, dalle forze politiche di opposizione, da chi ha il potere esecutivo, ma vorrei porvi e fare una riflessione: la vertenza Auchan con 126 famiglie è meno importante di altre vertenze nazionali?
Per voi contano solo i numeri, le percentuali?
Sappiate che il nostro dramma sarà per voi politici, istituzioni, sindacati un grande fallimento, ma non bisogna solo professare, illudere, far bei programmi, emanare leggi a nostro favore quando poi non si è in grado (nel concreto) d’aiutare chi vive ‘disagi veri’.
La mia ribellione si tradurrà nel non andare a votare: mi avete tolto la voglia di credere a qualcosa di bello, ossia la politica che emana, rispetta e segue ed è di supporto ai bisogni del lavoratore.
Sono onesta, dunque cercate di esserlo pure voi: solo così si può costruire qualcosa di positivo per la nostra bellissima Regione“.