Dopo anni di pandemia in cui tutto è rimasto fermo, la macchina dello spettacolo è ripartita.
Stavolta per davvero.
I tantissimi concerti saltati, più e più volte, sono stati riprogrammati, uno attaccato all’altro.
Il risultato?
Una raffica di concerti in palazzetti e stadi.
Praticamente quasi tutti sold out.
A trainare la ripresa del settore sono stati proprio i live, come confermano i dati Siae del primo semestre 2022 relativi alla spesa degli italiani per sport e spettacolo.
Nei primi 6 mesi di quest’anno infatti, il totale dei biglietti venduti, per quanto riguarda i concerti, è cresciuto dai 5,5 milioni del 2019 (anno pre-Covid) ai 6,2 milioni del 2022 (erano stati meno di 300 mila nel 2021).
E a giudicare dai nuovi annunci di tour – l’ultimo quello dei Pinguini Tattici Nucleari negli stadi, già sold out a Milano e Roma – la speranza è che la crescita continui ancora.
Come fa notare La Stampa se la musica ha rialzato la testa, non si può dire altrettanto del cinema:
“La crisi in cui è sprofondato sembra non avere fine.
Gli spettatori non sono tornati, o almeno non come è successo per i concerti.
Qui i numeri sono bassi e preoccupano non poco.
Il cinema registra soltanto 21,5 milioni nel 2022 di biglietti a fronte dei 51,4 milioni del 2019.
Male anche il ballo e gli intrattenimenti musicali, che totalizzano 6,7 milioni di biglietti nel 2022, a fronte degli 11,5 milioni del 2019 (e dei poco più di 56 mila del 2021).
Ancora in difficoltà le discoteche, che a causa delle chiusure imposte dal governo, hanno patito più di altri il collasso da Covid: -56%, un numero impressionante.
Si salvano, invece, lo spettacolo viaggiante (+65%) e i parchi di divertimento, che hanno avuto un +42%, seguiti da mostre e fiere (+32%).
Lo sport segna un +18%, ma il totale degli spettatori, che è di 8,3 milioni, è davvero molto lontano dai quasi 40 milioni del 2019.
Al Sud gli spettatori sono pochissimi, mentre al Nord e al centro sono in crescita.
A fronte del 34% della popolazione nazionale, il Sud appare come una macroregione svantaggiata, con soltanto un 20% del totale di spettatori, rispetto al Nord che vanta il 58% di spettatori sul 46% della popolazione e al Centro che ha un 20% di abitanti e un 22% di spettatori.
A livello di spesa, lo squilibrio è ancora maggiore, con un Nord che assorbe il 63% del totale, a fronte del 20% del Centro e del 17% del Sud.
Le prime cinque Regioni con maggior livello di consumo di spettacolo sono l’Emilia-Romagna, con 248 spettatori ogni 100 abitanti, seguita dal Veneto con 208, la Toscana con 169, la Lombardia con 162, il Lazio con 160.
Le ultime cinque sono invece la Campania con 86 spettatori ogni 100 abitanti, la Sicilia con 78, la Basilicata con 71, la Calabria con 41 ed ultimo il Molise con 36″.