“Ultime settimane prima del 31 dicembre per l’approvazione dei programmi regionali e nazionali per l’utilizzo dei fondi della coesione europea per gli anni 2021-2027 relativi al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), al Fondo sociale europeo (Fse+) e al nuovo fondo chiamato Just Transition Fund (JTF).
I programmi non approvati entro fine anno potrebbero perdere parte dei finanziamenti riferiti agli anni 2021 e 2022.
Per quanto riguarda il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), che è il più imponente a disposizione dell’Italia con un totale di varie decine di miliardi di euro, hanno già concluso l’iter 11 regioni.
In via di approvazione ci sono i programmi di altre 8 regioni.
Stando alle notizie degli ultimi giorni, la regione che sta destando qualche preoccupazione alla Commissione Ue è la Basilicata, per la quale sono ancora in corso alcune verifiche sui contenuti e le cui difficoltà sono legate anche alla decisione di unificare in un programma plurifondo i vecchi Fesr e Fse.
Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni di stampa, la Commissione Ue è comunque ottimista e ritiene che tutte le regioni, compresa la Basilicata, saranno nella condizione di poter concludere l’iter di approvazione dei programmi entro la fine dell’anno”.
Così dichiara l’Eurodeputata Circoscrizione Sud e Basilicata, Chiara Gemma che aggiunge:
“Sono certa che anche la Basilicata riuscirà a rispettare i tempi, la vera questione sono le difficoltà croniche che hanno tutte le regioni del Sud nel gestire i processi amministrativi per poter programmare e spendere i fondi europei nei tempi previsti.
Rispetto a questo è molto utile il Programma ‘Capacità per la coesione’, fortemente voluto dalla Commissione Ue per migliorare le prestazioni delle pubbliche amministrazioni e le capacità di spesa delle regioni.
Com’è noto, a metà 2022 l’Italia si trovava al terzultimo posto nella Ue per spesa realizzata con le risorse europee del periodo 2014-2020.
Purtroppo i problemi amministrativi e tecnici sono presenti soprattutto nelle regioni del Sud, proprio nelle realtà dove i fondi europei devono contrastare maggiormente le disuguaglianze territoriali, sociali ed economiche”.