Nella busta paga di gennaio in arrivo un doppio “bonus”.
Come si apprende da Today:
“Un piccolo aumento arriverà grazie al fatto che quest’anno il giorno di Capodanno cade di domenica: questo significa che per la maggior parte dei lavoratori dipendenti il 1° gennaio verrà conteggiato come una festività non goduta.
La legge stabilisce infatti che in questi casi al dipendente spetta una ‘ulteriore retribuzione corrispondente all’aliquota giornaliera’.
In altre parole se il giorno festivo cade di domenica, al lavoratore deve essere garantita una retribuzione aggiuntiva perché non ha potuto godere della festività.
Bene.
Ma di quali cifre parliamo?
I criteri su quanto debba essere l’importo sono stabiliti dai contratti collettivi di riferimento.
Solitamente agli impiegati e ai lavoratori con stipendio mensile spetta 1/26 della retribuzione globale.
Insomma, la busta paga di gennaio sarà un po’ sostanziosa del solito, come del resto anche quella di dicembre visto che anche il giorno di Natale è caduto di domenica.
Nulla di eclatante, ma un piccolo aumento male non fa.
Il taglio del cuneo fiscale: di quanto aumenta lo stipendio
Non è tutto perché dal 1° gennaio del 2023 scattano anche gli incrementi determinati dal taglio del cuneo fiscale inserito nella legge di bilancio.
Nel testo della manovra viene infatti esplicitato che ‘in via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore (…) è riconosciuto nella misura di 2 punti percentuali’ per i redditi fino a 2.692 euro (ovvero 35mila euro lordi annui, considerata anche la tredicesima), ‘ed è incrementato di un ulteriore punto percentuale, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima’.
In pratica, come abbiamo già spiegato già altre volte, il governo ha confermato il taglio del cuneo fiscale di due punti per i redditi fino a 35mila euro già varato da Draghi e tagliato ulteriormente le imposte a chi ha un imponibile fino a 25mila euro.
Se per i redditi compresi tra 25 e 35 mila euro non cambierà nulla rispetto alle buste paga degli ultimi mesi del 2022 (la finanziaria ha semplicemente prorogato una misura già in vigore che però sarebbe scaduta), viceversa chi guadagna fino a 25mila euro annui avrà un piccolo incremento sul salario a partire da gennaio 2023“.