“Le sfide di Acquedotto Lucano per il prossimo 2023: risanare l’azienda e portarla nel futuro”.
Queste le parole dell’Ing. Alfonso Andretta – Amministratore Unico Acquedotto Lucano che aggiunge:
“Il prossimo anno Acquedotto Lucano si troverà a dover affrontare sfide importanti portando avanti il percorso di massiccia innovazione nella gestione del servizio idrico integrato in Basilicata, cominciato già mesi fa e reso possibile grazie allo sforzo progettuale fatto per accedere ai fondi europei disponibili.
Quattrocento Milioni di euro sono stati già reperiti anche tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di questi 100 milioni saranno destinati a risanare le perdite idriche e oltre 300 milioni su altre attività.
Un esempio: grazie ai fondi del programma React EU potremo percorrere la strada della transizione digitale basata sull’utilizzo di sensori, di modelli idraulici in grado di prevedere il funzionamento della rete, o sull’impiego di contatori intelligenti (smart meter) capaci di fornire dati in continuo sui consumi degli utenti.
Il progetto, dunque, parte dalla digitalizzazione, ma indirizza il nostro cammino anche sulla strada della transizione ecologica.
Per Al queste ultime due parole significano soprattutto contenere l’aumento del costo dell’energia e, quindi, ridurre i consumi, produrre ed utilizzare energia rinnovabile.
Il costo dell’energia influisce pesantemente sulla spesa sostenuta da Acquedotto Lucano ed è passato da 20 Milioni di euro (previsti nella tariffa pagata dagli utenti nel 2020) ai circa 56 Milioni di euro del 2022.
Una voce pesante nel bilancio, per il cui risanamento è stato presentato ed approvato nell’ultima assemblea, un programma di interventi basato su progetti che stanno progressivamente concretizzandosi grazie anche agli ultimi finanziamenti reperiti e destinati alla realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici.
Ma il futuro passa anche per l’ammodernamento di un sistema impiantistico vetusto e di difficile gestione per l’ampiezza del territorio gestito.
Qualche dato aiuta a capire le difficoltà del nostro lavoro: nell’intero territorio della Basilicata, abbiamo:
- più di 15.000 km tra reti idriche e fognarie,
- 479 sorgenti,
- 41 pozzi,
- 2 potabilizzatori,
- 829 serbatoi,
- 227 impianti di sollevamento idrico,
- 128 impianti di sollevamento fognario,
- 179 impianti di depurazione di scarichi civili,
- 10 impianti per la depurazione di scarichi industriali.
Queste sfide e la mole di risorse a disposizione impongono la necessità di fare sistema sia con le realtà della nostra regione (Università, imprenditoria, entri pubblici) sia con le grandi aziende italiane.
Da questo punto di vista abbiamo cominciato a strutturare i rapporti di collaborazione con Unibas ed Istituti Tecnici Superiori, ma anche con le multiutility come Hera, Iren, A2A ed Acea.
Ovviamente, questo percorso di innovazione potrà vedere la luce solo se riusciremo a portare a termine un piano di assunzioni destinato a giovani residenti nel nostro territorio.
Il futuro di AL è quello di un gestore moderno che fornisca servizi su misura, a costi contenuti e con maggiore attenzione ai nostri utenti.
Al dovrà svolgere un ruolo importante in chiave di sviluppo e innovazione facendo i conti con i cambiamenti climatici e con la crisi ambientale che affliggono il nostro pianeta”.