L’innovazione al femminile cresce velocemente in Basilicata.
Sono 37 le start up innovative femminili registrate a fine settembre 2022, rispetto alle 8 dello stesso periodo del 2019.
Le più numerose sono quelle di “servizi alle imprese” (31); 2 per commercio e 2 per agricoltura.
Le start up innovative femminili lucane rappresentano il 23,7% del totale mentre le imprese femminili complessive sono 15.984, il 26,3% dell’universo imprenditoriale lucano con una percentuale che colloca la Basilicata al secondo posto subito dopo il Molise.
Proprio a cavallo dell’epidemia da Covid 19, insomma, molte donne hanno dato vita a questa particolare tipologia di impresa, costituita nella forma di società di capitali, specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.
A livello nazionale, come mostrano i dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale delle start up, una quota analoga a quella registrata due anni prima (13,5%).
Ma la loro crescita, in questo biennio, è stata notevole (+40%).
Sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete:
“La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo.
Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline Stem, oggi tanto ricercate dalle imprese”.
Per Rosa Gentile, presidente Comitato Imprenditoria femminile Cciaa Basilicata:
“l’aumento considerevole delle start up innovative va di pari passo con il crescente impegno delle donne nei settori a maggior contenuto di conoscenza, come i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività finanziarie ed assicurative, le Attività professionali, scientifiche e tecniche, l’Istruzione e la Sanità e assistenza sociale, che oggi rappresentano quasi il 10% dell’universo femminile che fa impresa.
Le imprenditrici hanno pagato il prezzo più alto della crisi pandemica, ma hanno anche saputo affrontare le difficoltà con eccezionali capacità di resilienza, problem solving, abilità multitasking.
Su queste doti tipicamente femminili dobbiamo continuare a far leva per essere artefici del nostro futuro.
Dobbiamo accompagnare le aziende in un futuro di sviluppo e in un’economia della sostenibilità caratterizzati da sei parole d’ordine: pianeta, persone, profitto, parità, progresso, pace.
La storia di un’impresa la fanno le persone e la nostra sostenibilità consiste nel fare bene per le nostre comunità”.