“Ci impegneremo affinché la Regione Basilicata si faccia promotrice del sostegno allo smart working, attribuendo a imprese private e pubbliche amministrazioni che lo adottano per i propri dipendenti un incentivo annuale di duemila euro con lo scopo di ripopolare le nostre comunità locali.
Una misura da ritenere prioritaria e, come tale, da avviare nella maniera più efficace e snella possibile, affinché possa determinare anche un impatto immediato in favore dell’economia lucana“.
Lo dicono, in una nota, il commissario della Lega Basilicata, Pasquale Pepe, e il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Pasquale Cariello.
Spiegano:
“Tra le esperienze positive maturate durante la pandemia c’è proprio il ricorso al lavoro agile che va rilanciato e messo a sistema, anche per riportare sul territorio coloro i quali, per necessità, sono andati via.
Il Ministro del Lavoro ha già annunciato che metterà mano alla normativa di settore, semplificandola e garantendo pari diritti a tutti gli occupati.
Intanto, la Basilicata potrebbe diventare il primo laboratorio nazionale per il lavoro agile, sia per finalità demografiche sia per gratificare i lavoratori, che ne trarrebbero giovamento sul piano delle relazioni interpersonali o della riconnessione geografica alla propria famiglia.
Il voucher da assegnare al datore di lavoro pubblico o privato, che opera fuori regione, va inteso come sostegno all’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche per consentire le operazioni da remoto.
Si dovrebbe prevedere una soglia minima del 40% del monte ore lavorative mensili in modalità agile affinché i lucani possano realmente disporre di un tempo sufficiente per tornare nella propria terra d’origine.
Questa misura ha un forte potenziale per arginare lo spopolamento ormai endemico in Basilicata e può, da un lato, consentire a chi ha un lavoro lontano da casa di poter rientrare mantenendo l’occupazione e, dall’altro, far crescere le presenze nei comuni lucani, con una spinta ai consumi e al bilancio economico dell’intera area regionale”.