Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dell’Avv. Vincenzo Bufano, Presidente Commissione Istruzione Provincia di Potenza:
“E’ molto preoccupante il quadro che emerge, riportato anche dai giornali nazionali, sul prossimo dimensionamento scolastico (anno 2024) e la conseguente riorganizzazione degli istituti scolastici così come da progetto approvato dal Governo nazionale nell’ultima legge di bilancio.
Dalla bozza consegnata alle Regioni in sede di Conferenza Stato-Regioni, al fine di determinare il numero di scuole e dirigenze scolastiche non si terrà più conto del numero di 500 alunni (nei comuni montani 300), ma di altri parametri, frutto di stime e correttivi, che determineranno la riduzione del 10% degli istituti scolastici e precisamente 697 in meno in tutta Italia.
Dalla lettura della bozza in possesso delle regioni si evince chiaramente che la stragrande maggioranza dei tagli avverrà nelle regioni meridionali, dove già esistono infrastrutture e servizi scolastici carenti rispetto alle altre regioni italiane, con conseguente offerta formativa scolastica per gli studenti meridionali di certo inferiore rispetto ai loro colleghi del resto del Paese.
Il rischio concreto che si sta oramai materializzando porterebbe a Regioni come la Campania a perdere 146 scuole, la Sicilia 109, la Calabria 79, la Puglia 66, la Sardegna 45, fino ad arrivare alla Basilicata con 31 istituti scolastici in meno che, se parametrato in termini di percentuale, avrebbe addirittura il triste primato rispetto a tutte le altre regioni italiane con un taglio del 27%!!!
Per la nostra Regione, già colpita fortemente dal fenomeno dello spopolamento che incide inevitabilmente a cascata sulla popolazione scolastica (circa 9 mila studenti in meno negli ultimi 5 anni!!!), la cui connotazione orografica ci consegna una fotografia con più di 100 Comuni piccoli e montani con conseguente difficoltà di infrastrutture stradali e quindi di precari collegamenti dal punto di vista della mobilità e trasporto.
In un quadro generale già così critico non ci si può assolutamente permettere per la sopravvivenza stessa dei nostri piccoli Comuni perdere in un colpo solo 31 istituti scolastici che rappresentano, specialmente nei piccolissimi centri, irrinunciabili presidi di particolare valenza socio-culturale la cui messa in discussione costituirebbe l’anticamera della fine della stessa comunità.
Rispetto a tale scenario preoccupante non trova alcuna giustificazione alcun risparmio economico per far quadrare il bilancio statale o regionale… a cosa serve risparmiare se poi un Comune lo si porta alla chiusura o all’abbandono residenziale?
La scuola e il diritto all’istruzione uguale per tutti gli studenti, al di là della Regione di appartenenza, sono garantiti dalla nostra Costituzione, in particolare negli art. 33 e 34, e non possono essere messi in discussione dalla diversa collocazione geografica.
Tali ragioni mi inducono, anche in qualità di Presidente della Commissione consiliare all’Istruzione della Provincia di Potenza, a sostenere idealmente l’iniziativa dei Presidenti di Regione di Puglia, Campania, Toscana ed Emilia Romagna del centrosinistra di voler presentare un ricorso alla Consulta contro questo scellerato provvedimento del Governo Meloni.
Spero che anche altri governatori, a cominciare dal Presidente Bardi per la Basilicata, si uniscano a tale meritoria iniziativa perché la scuola rappresenta un pilastro imprescindibile della nostra società, di importanza primaria e rispetto alla quale bisogna spogliarsi dalle divise dei partiti e condurre tutti insieme una battaglia politica essenziale soprattutto per garantire agli studenti delle regioni del Mezzogiorno, e quindi anche della Basilicata, pari diritti, servizi e possibilità di accesso alla formazione scolastica.
D’altronde solo un paio di settimane fa l’Assessore regionale all’Istruzione Galella di Fratelli d’Italia lanciava un grido d’allarme rivolto ai parlamentari lucani al fine di chiedere una deroga a tale iniziativa del Governo centrale per le Regioni demograficamente piccole come la Basilicata che rischierebbero più delle altre di subirne gli effetti negativi.
Auspico quindi che il Presidente Bardi si attivi subito per evitare che in Basilicata, a partire dall’anno scolastico 2024, ci si ritrovi con 31 istituti scolastici in meno e un primato negativo in più. Sarebbe una vera sciagura per la scuola lucana e quindi per il futuro della Basilicata”.