I Giudici contabili della Corte dei conti di Venezia, con sentenza n. 14 depositata il 21 marzo 2023, hanno condannato complessivamente n. 41 persone giuridiche e n. 8 persone fisiche, a vario titolo, per un danno erariale complessivo pari a euro 38.903.931,31 disponendo la conversione a pignoramento definitivo di beni immobili e disponibilità finanziarie di pari importo già oggetto di sequestro conservativo.
L’istruttoria erariale cui la sentenza si riferisce riguarda il filone veneziano dell’inchiesta relativa a una condotta criminale, volta a perpetrare una truffa aggravata ai danni dello Stato, posta in essere dagli amministratori di un gruppo societario italiano, controllato da una società di diritto lussemburghese, che aveva fraudolentemente ottenuto incentivi pubblici finalizzati a promuovere l’energia rinnovabile da fotovoltaico.
Successivamente alle indagini penali avviate dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano, sono state intraprese le conseguenti indagini erariali, finalizzate ad accertare eventuali correlati profili di danno derivanti dall’indebita percezione delle predette erogazioni da parte delle società investigate.
Pertanto, su delega della Procura della Corte dei Conti veneziana, i finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia e Bolzano, hanno svolto congiuntamente i pertinenti accertamenti, che hanno permesso di accertare che la società capogruppo italiana, con sede originariamente a Padova e successivamente trasferitasi a Bolzano:
- era proprietaria di 9 parchi fotovoltaici in Basilicata, di cui 6 con potenza superiore a 1 megawatt e 3 con potenza inferiore a detto limite, su particelle catastali contigue, per una superficie totale di 290.000 mq, pari a 40 campi di calcio;
- aveva locato i 9 parchi a 40 società veicolo (aventi tutte la stessa denominazione, medesimo indirizzo, prive di uffici, organizzazione imprenditoriale e dipendenti), interamente partecipate dalla stessa capogruppo, in modo da dividere i parchi in 246 impianti fotovoltaici e far risultare, mediante false dichiarazioni rese al G.S.E. (Gestore dei Servizi Energetici), che ciascuno dei suddetti parchi fosse di potenza inferiore a 50 kilowatt.
Attraverso tale artificio, le 40 società veicolo erano riuscite a percepire gli incentivi pubblici riservati esclusivamente ai piccoli parchi fotovoltaici, per un importo complessivo segnalato alle due Procure Erariali di 65 milioni di euro.
Le somme percepite dalle società veicolo sono state poi dalle stesse retrocesse alla capogruppo, “mascherate” come pagamento dei canoni di locazione degli impianti medesimi.
All’esito delle attività di polizia erariale, la Guardia di Finanza di Venezia e quella di Bolzano ha segnalato un danno erariale pari all’importo complessivo dei contributi illecitamente percepiti a carico della società capogruppo, delle 40 società e di 8 persone fisiche italiane e tedesche, di cui circa 45 milioni di euro di competenza territoriale della Procura contabile di Venezia e i restanti 20 milioni di euro di quella di Bolzano.
A garanzia dell’Erario, è stato proposto ed ottenuto e quindi eseguito dalla Guardia di Finanza il sequestro conservativo emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di Venezia, che aveva interessato beni immobili (costituiti da 246 impianti fotovoltaici ubicati in provincia di Matera nonché da abitazioni situate in Germania), diritti di superficie e liquidità su conti correnti per circa 40 milioni di euro.
Ulteriori 7,8 milioni sono stati cautelati (come sequestro conservativo in corso di causa) come crediti IVA nel frattempo maturati a favore delle società del Gruppo.
L’attività di servizio posta in essere dalla Guardia di Finanza di Venezia e Bolzano evidenzia, ancora una volta, il presidio operato dal Corpo, quale forza di polizia economico finanziaria, a tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo all’erogazione di ingenti contributi pubblici in settori tanto innovativi quanto strategici per una crescita sostenibile del sistema Paese e, nei casi di distrazione fraudolenta degli incentivi, all’efficace azione di recupero anche all’estero dei patrimoni da vincolare a tutela dell’Erario in tutte le sue forme.