Al vaglio dell’Agenzia delle Entrate la posizione di molti contribuenti che hanno fatto richiesta per il Superbonus.
Come riporta quifinanza “L’ipotesi è quella di abuso di diritto e, partendo dai controlli automatici condotti, ha avuto inizio una sorta di ‘caccia ai condomini’ fasulli.
Superbonus, i furbetti del condominio
Sotto stretta analisi da parte dell’Agenzia delle Entrate i contribuenti che hanno dato vita a un condominio poco prima di richiedere l’accesso al Superbonus. A caccia di casi di abuso di diritto.
In alcune fasi l’opzione condominio è stata quasi l’unica modalità per garantirsi l’accesso a tale agevolazione.
Ciò escludeva dall’elenco dei beneficiari i proprietari di villette, ad esempio.
Una situazione che ha spinto svariati soggetti a frazionare il proprio immobile, registrando la documentazione necessaria per la realizzazione di un condominio in piena regola.
Quello delle villette private non però l’unico esempio possibile.
I lavori di ristrutturazione agevolati dal Superbonus non erano ammessi anche per gli immobili di proprietà di società.
I titolari di redditi di impresa, infatti, avevano unicamente la chance di agire su parti comuni, nel caso di condomini.
A testimoniare gli approfonditi controlli è una sentenza della Corte di giustizia di primo grado di Trieste, dell’11 aprile 2023, che si è espressa in merito a una società che aveva acquistato un immobile composto da nove unità.
Un caso sulla carta di semplice analisi: Superbonus inaccessibile.
L’Agenzia delle Entrate ritiene però si sia dato il via a una serie di operazioni per ottenere le agevolazioni previste dal governo.
Nel caso specifico gli immobili erano stati ceduti a madre, moglie e suocera dell’amministratore unico della società.
Controlli Superbonus: lettere in arrivo
Il caso specifico citato ha di certo inasprito i controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate, alla ricerca di scenari simili in tutte le regioni italiane.
Statisticamente parlando appare improbabile che quello possa essere stato un episodio isolato.
Tutti i nuovi condomini, creati poco prima della richiesta del Superbonus, saranno analizzati in maniera scrupolosa.
Dati incrociati che hanno presumibilmente già consentito l’individuazione di alcuni soggetti, la cui posizione andrà chiarita.
Per il ‘condominio’ citato, nello specifico, la cessione è stata ovviamente bloccata.
Decisione contestata, per una situazione giunta in seguito dinanzi alla Corte di Giustizia Tributaria di Trieste.
Il caso è un ottimo esempio anche per comprendere quelle che sono le conseguenze in aula, in seguito a tali comportamenti.
La Cgt di Trieste ha infatti confermato l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate.
È stato evidenziato come gli accertamenti non offrissero dubbi in merito al fatto fosse la società l’effettiva acquirente e proprietaria dell’immobile, non madre, moglie e suocera dell’amministratore, come indicato: ‘Immobile intestato ad altri soggetti esclusivamente al fine di costruire un formale condominio, ma fasullo’.
Il percorso giuridico è dunque chiaro e il precedente è già stato tracciato.
Il Fisco non attende altro che i crediti in questione entrino nei filtri del software a disposizione.
Allo scattare di un indicatore, si verificherà in maniera approfondita ogni singola operazione effettuata per la richiesta e l’ottenimento del Superbonus.
Ritrovarsi formalmente dalla parte della legge non è una giustificazione e non eviterà sanzioni”.