Pubblichiamo di seguito il comunicato del capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Gianni Leggieri, in seguito alle dichiarazioni del vescovo della diocesi di Melfi, Rapolla, Venosa, monsignor Gianfranco Todisco, secondo cui ci sarebbe un sistema di tangenti per ottenere lavoro nell’indotto FCA.
“Le parole di Mons. Todisco, uomo pacato e attento alle dinamiche sociali della nostra terra, non arrivano come un fulmine a cielo sereno, ma semplicemente rappresentano le parole di chi coraggiosamente ha voluto denunciare un sistema marcio che in verità tutti conoscono.
«Ho saputo – ha detto monsignor Todisco – che alcuni giovani, pur di poter entrare a lavorare in alcune aziende dell’indotto Fca-Sata, sono stati costretti a pagare 5mila euro». Una pratica «vergognosa» ha tuonato il vescovo, «rispetto alla quale non potevo tacere, non potevo restare zitto». «Le persone che mi hanno detto questa cosa – ha aggiunto – sono persone degne di fede, di cui non dubito. C’è un modo di fare che non può andare avanti così. È impensabile che qualcuno debba pagare una tangente di 5mila euro pur di poter lavorare. Ed era necessario far capire cosa si nasconde ormai, a dove si è arrivati»
Questo sistema “mafioso” denunciato da Mons. Todisco è noto a tanti, se ne parla da tempo e, anche se i diretti interessanti hanno il timore di denunciare questi episodi pubblicamente e alle competenti autorità, in verità tutti sapevano ancor prima dell’intervento del Vescovo della diocesi di Melfi – Rapolla – Venosa. Si tratta di un sistema, purtroppo, molto più complesso e diffuso di quanto si possa credere, un sistema per certi versi collaudato che coinvolgerebbe numerosi soggetti.
Al di là di chi è stato costretto a pagare tangenti per entrare all’interno della FCA o di altre aziende dell’indotto operanti nella zona industriale di San Nicola di Melfi, è l’intera gestione delle assunzioni presso a destare allarmismo per l’elevato grado di clientelismo e per il diffuso familiarismo che si riscontra.
Non ci vogliono indagini particolari per capire la situazione, basterebbe incrociare un po’ di dati per rendersi conto delle molteplici parentele che esistono tra soggetti che lavorano all’interno dell’azienda e soggetti in grado di pilotare le assunzioni, tra vecchi assunti e nuovi assunti. Un quadro mortificante per la dignità della persone e dei tanti giovani che ormai sono completamente sfiduciati anche perché consapevoli che occorre avere sempre e comunque un “padrino” per ottenere un posto di lavoro in questa Regione.
Così, tra lo sconforto generale, il silenzio di chi dovrebbe vigilare, intervenire e denunciare e la complicità di tanti, questo sistema va avanti e cresce. Così si susseguono gli appuntamenti elettorali nel nostro territorio e le sedi di partito si trasformano in veri e propri centri per l’impiego, aumentano le promesse di posti di lavoro e si continua a far finta che tutto va bene.
C’è bisogno di un approccio totalmente diverso al mondo del lavoro e quindi anche a quello del sindacato. Come abbiamo già illustrato nelle scorse settimane il M5S ha presentato il suo #ProgrammaLavoro, che si articola in cinque punti: riforma della rappresentanza sindacale, eliminazione dei privilegi e dei finanziamenti pubblici ai sindacati, maggiore partecipazione del lavoratore nella vita dell’azienda, taglio delle ore di lavoro e superamento dell’attuale sistema previdenziale.
Voglio riprendere proprio i due punti che riguardano il mondo del sindacato, il primo riguarda una riforma della rappresentanza sindacale, i lavoratori devono avere il diritto di poter eleggere le proprie rappresentanze sindacali e di essere eleggibili con libera competizione tra tutte le organizzazioni indipendentemente dall’aver firmato l’accordo sindacale con la controparte.
Il secondo prevede l’eliminazione dei privilegi sindacali: stop ai sindacalisti carrieristi della politica e nei consigli di amministrazione e gestione delle aziende, stop ai bilanci opachi senza obblighi di trasparenza, stop ai finanziamenti pubblici e alle quote di servizio dei contratti e degli enti bilaterali, stop al rinnovo automatico delle tessere degli iscritti al sindacato, stop ai distacchi retribuiti se non sono legati alla effettiva rappresentanza nei luoghi di lavoro, e stop all’esercizio di Caf e Patronati senza alcun reale controllo pubblico.
Inoltre. come Movimento 5 Stelle siamo disponibili ad accogliere le segnalazioni di chiunque voglia denunciare situazioni di illegalità, di corruzione, di clientelismo”.