Il Circolo La Scaletta da tempo ha acceso i fari sulla grave situazione in cui versa il sistema sanitario regionale con particolare attenzione alla rete ospedaliera.
Grazie alla disponibilità ed alla competenza del dottor Angelo Andriulli, socio del Circolo e primario emerito di Gastroenterologia dell’ospedale Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, ha prodotto una serie di reports in cui si evidenziano le criticità ed anche le possibili ed immediate soluzioni, da adottare, per tentare di arginare il preoccupante fenomeno della migrazione sanitaria: il segnale inequivocabile della marginale rilevanza delle strutture ospedaliere presenti sul territorio nell’opinione pubblica.
Purtroppo, nonostante i dati riportati risultassero assolutamente attendibili, confermati nello studio dell’agenzia Agenas commissionato dalla Regione Basilicata, e nonostante alcune soluzioni fossero state condivise dai soggetti decisori, non si è registrato alcun intervento teso ad invertire la negativa tendenza.
Il Circolo, constatata l’aggravarsi della situazione, ha ritenuto che le sue preoccupazioni dovessero avere una più ampia condivisione per cui ha coinvolto una serie di professionisti medici di provata esperienza, anche gestionale delle strutture ospedaliere, ed altre associazioni dell’intero territorio regionale, con le quali ha predisposto un documento comune che, sottoscritto da tutti, è stato inviato alla Presidente della IV Commissione Consiliare Regionale, con allegata richiesta di audizione nella stessa Commissione.
La Presidente, Dina Sileo, ha perfettamente compreso lo spirito collaborativo che animava la richiesta di audizione accogliendola e consentendo ad una delegazione, in rappresentanza dei sottoscrittori del documento, di illustrare criticità e proposte.
Il dottor Andriulli ha illustrato quanto contenuto nel documento ed infine ha ulteriormente ribadito le soluzioni, che senza costi aggiuntivi, possono essere adottati in attesa della definizione del Piano Sanitario Regionale e che qui si semplificano:
- le scelte del Decisore regionale devono orientarsi su professionalità di alto livello, che abbiano a cuore le sorti delle Aziende Sanitarie cui vengono preposte;
- la individuazione dei titolari delle posizioni apicali deve rispondere a criteri meritocratici ed avvenire in maniera massimamente trasparente, rendendo pubblici i curricula, in modo che si possa prendere visione delle qualità dei candidati prescelti;
- l’azione amministrativa deve manifestare la stessa efficienza che viene richiesta alle attività sanitarie, in modo che a queste possano essere di supporto e non di ostacolo;
- perseguire l’efficienza delle performances sanitarie attraverso la ricerca di eccellenze professionali, l’adeguata dotazione strumentale dei presidi sanitari ed il rigoroso controllo delle performance delle Aziende Sanitarie sulla base degli indicatori forniti dal Piano Nazionale Esiti (PNE). Agganciare la quota parte della retribuzione salariale (= le incentivazioni), sia dei DG che dei medici ed infermieri, al miglioramento delle performances.
- iscrizioni, in sovrannumero, a corsi specialistici di laureati in Medicina residenti in Basilicata dopo specifiche convenzioni con le Università. Onere finanziario a carico della Regione. Impegno dei laureati a lavorare per almeno 5 anni in Regione, dopo essersi specializzati, pena restituzione degli oneri finanziari sostenuti.
Andriulli ha illustrato, infine, le linee di indirizzo che, a parere dei sottoscrittori del documento, il Piano Sanitario Regionale dovrebbe perseguire: Riorganizzazione dell’esistente e Riqualificazione dell’esistente ed, in primis, governance ottimale di tutti i processi decisionali.
Il Presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi, nel ringraziare a nome di tutti i partecipanti la Presidente Sileo ed i consiglieri regionali presenti per l’attenzione e la partecipazione alla discussione, ha ribadito la necessità di adottare subito, se condivisi, alcuni criteri per il miglioramento del servizio sanitario.
Ha detto Stasi:
“Nella grave ed oggettiva situazione in cui si trova la sanità pubblica lucana è evidente che debba esserci un piano straordinario regionale che porti ad un miglioramento della funzione e qualità del servizio e che quindi si argini e possibilmente si riduca l’emorragia della emigrazione sanitaria.
Ciò può avvenire con la ‘scelta’ della Regione di attuare investimenti mirati al miglioramento della sanità pubblica regionale, perché se ne è riconosciuta la priorità”.