“Impedire la fuga dei neolaureati all’estero e investire su di loro: con questo obiettivo il governo sta lavorando alla realizzazione di un piano di sgravi fiscali e incentivi per chi deciderà di assumere giovani under 30“.
Come si apprende su il giornale.it “Una categoria, questa, in cui i dati Istat certificano livelli di disoccupazione ancora troppo elevati (circa il 20%) e nella quale resta forte lo scoramento per una condizione lavorativa nella maggior parte dei casi instabile oltre che poco remunerativa e quindi inadatta a pianificare il proprio futuro.
Così tanto che un under 29 su cinque finisce nella categoria dei cosiddetti ‘Neet’, vale a dire coloro i quali non studiano nè lavorano.
L’esecutivo sta tentando di arginare il problema tramite lo strumento della delega fiscale ora in discussione in parlamento, inserendovi dei principi che possano divenire parte della riforma tributaria.
Oltre a questo esistono già dei provvedimenti per agevolare il rientro dei cervelli in fuga, i cosiddetti ‘lavoratori impatriati’.
Revisione Irpef
Il primo emendamento proposto da FdI rientra nel progetto di revisione Irpef, che già prevede la riduzione delle aliquote da 4 a 3 con lo scopo di sostenere i redditi medio-bassi.
Accanto alle misure finalizzate a realizzare una riforma del sistema di Imposizione sui redditi delle persone fisiche, anche quelle ‘volte a favorire lo stabile inserimento nel mercato del lavoro dei giovani che non hanno compiuto il trentesimo anno di età’.
Nel medesimo campo di revisione Irpef si inserisce anche il secondo emendamento voluto da FdI, che punta, nello specifico, a bloccare l’emorragia dei neolaureati italiani verso l’estero.
L’esecutivo punta a creare un sistema in grado di ‘favorire la permanenza in Italia degli studenti ivi formati, anche mediante la razionalizzazione degli incentivi per il rientro in Italia di persone ivi formate occupate all’estero’.
Al momento si ventila l’ipotesi dell’adozione di un significativo taglio (fino all’80%) della base imponibile Irpef per coloro i quali decidano di rinunciare alla fuga all’estero e accettare proposte di lavoro sul territorio nazionale.
Agevolazioni
Negli ultimi anni si è tentato spesso, tramite la definizione di regimi agevolati, di riportare nel nostro Paese cittadini emigrati all’estero.
Il Mef rivela che nel 2021 sono stati 21mila (16mila nel 2020) i contribuenti ad aver sfruttato tali opportunità, tra ricercatori, professionisti dello sport o persone con alto reddito: la condizione per accedervi, ovviamente, è quella del cambio di residenza.
Il piano di sostegno ai giovani si inserisce in un complesso di norme già in vigore, ad esempio, nell’ambito dell’autonomia abitativa.
In tal senso si può citare il bonus affitto per gli under 31, che prevede in caso di stipulazione di un contratto di locazione uno sgravio massimo di 2mila euro per i primi 4 anni a chi ha un reddito inferiore ai 15.493 euro.
Stesso discorso per il bonus prima casa per gli under 36, con esenzioni di imposte e sgravi fiscali in caso di Isee inferiore a 40mila euro. Si aggiunga a ciò anche l’estensione della validità dei mutui agevolati per la prima casa, con la concessione di una garanzia da parte dello Stato (massimo l’80%) sulla quota capitale.
Per quanto concerne il mondo del lavoro, resta confermata l’agevolazione in favore di quelle aziende che stabilizzano l’assunzione, con contratto a tempo indeterminato, di lavoratori under 36: incentivo che prevede l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con importo massimo fissato a 8mila euro l’anno.
Per quanto concerne i rapporti di lavoro a tempo parziale, invece, il massimale dell’agevolazione va proporzionalmente ridotto: la durata massima è pari a 36 mesi, esteso a 48 mesi per le assunzioni da parte di aziende che abbiano sede operativa sita in Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia”.