Cittadini su tutte le furie a Venosa.
Ecco cosa è successo, come denuncia il nipote di due residenti:
“Fino agli inizi degli anni ’90 il centro della vita sociale venosina era piazza Orazio.
La presenza di numerose sedi dei partiti politici della prima Repubblica, di associazioni, del cosiddetto ‘circolo dei galantuomini’, nonché la posizione strategica al centro del cardo della Venosa romana e medievale, ne facevano il salotto buono della città.
Poi la crisi del sistema politico, l’allungamento della città fino allo stadio, lo spopolamento anagrafico e commerciale del centro storico e interminabili lavori di ristrutturazione degli stabili che si affacciano su di essa, ne hanno determinato l’abbandono a favore di via Appia.
Anche questa, però, agli inizi del nuovo secolo ha subito la sua crisi ed il nuovo salotto di Venosa è diventato, o forse in parte è tornato ad essere, piazza Umberto I, più nota come piazza Castello.
Perché questo excursus storico, vi chiederete.
Come in ogni casa che si rispetti, ogni tanto bisogna fare qualche lavoro di ristrutturazione, e così è stato fino a qualche giorno fa in piazza Castello.
In due fasi sono stati rimossi i vecchi sampietrini, ormai dissestati e pericolosissimi per la facilità con cui si poteva cadere, procurarsi distorsioni se non danni peggiori, e sono stati riposizionati e livellati.
Tutti bravi e tutto bello? Macché…
A separare i portici che che corrono lungo piazza Castello c’è via San Biagio, che la collega a piazza Ninni, la vecchia piazza del mercato.
Di fatto il corridoio al centro del salotto.
Ovviamente è stata sistemata… o no? I Sanbiagini? Figli di un dio minore!
Il corridoio in mezzo al salotto è stato dimenticato!
Forse che per via San Biagio non passano i turisti, a rischio cadute e distorsioni?
Forse che non si attraversa via San Biagio per passare da un marciapiede all’altro di piazza Castello?
I Sanbiagini? Figli di un dio minore…”.