Con il via libera alla legge sulla delega fiscale, approvata in via definitiva dal Parlamento e pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 14 agosto, la riforma della tassazione è entrata nel vivo.
Meno tasse su famiglie e imprese (ma non per tutti) e accordi con gli evasori: si tratta di una riforma bandiera del governo Meloni, che si basa soprattutto su fiducia e ottimismo per uno dei paesi con l’evasione fiscale più alta.
Spiega today che “ora c’è tempo 24 mesi per mettere a punto i decreti attuativi, cioè le norme che attueranno concretamente il nuovo sistema tributario.
Il governo però potrebbe accelerare su alcuni punti programmatici.
Cosa c’è da aspettarsi?
Una delle misure contenute nella delega fiscale di cui più si discute nelle ultime ore è la detassazione delle tredicesime per i redditi medio-bassi.
“La manovra economica dovrà puntare soprattutto a tutelare il potere d’acquisto degli stipendi ma anche delle pensioni, e poi naturalmente difendere le imprese: taglio del cuneo fiscale, detassazione delle tredicesime, degli straordinari e dei premi di produzione”, ha detto nei giorni scorsi il ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani.
Già nella prossima manovra, quindi, potrebbero essere inserite le prime misure.
Secondo il governo, la detassazione della mensilità retributiva aggiuntiva natalizia per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi è un provvedimento che non solo avrebbe un impatto tangibile sulle buste paga ma che, grazie a questa concretezza, potrebbe essere comunicato e compreso dai lavoratori in modo più facile e immediato rispetto ad altre misure.
Se il taglio delle tasse sulle tredicesime venisse inserito nella manovra economica, però, la misura partirebbe dal prossimo anno: per poter vedere i benefici in busta paga, quindi, bisognerebbe aspettare dicembre 2024.
Per questo, il governo Meloni sta studiando un modo per cercare di anticipare il provvedimento a quest’anno.
Il nodo sono sempre le coperture finanziarie.
Per poter anticipare la misura, infatti, il governo dovrebbe trovare le risorse adeguate per il 2023.
Una soluzione potrebbero essere quei soldi stanziati per altre misure e mai spesi, o spesi in quantità minore rispetto a quanto ipotizzato: grazie a questi eventuali fondi residui su cui si fa il punto a fine anno, il governo potrebbe anticipare il taglio delle tasse su alcune tredicesime (quelle dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi) già a dicembre 2023.
Anticipare la misura sulle tredicesime avrebbe, nei piani del governo, diversi effetti positivi.
Prima di tutto metterebbe nelle tasche dei lavoratori italiani dei soldi in più nel periodo di Natale: una mossa che potrebbe aiutare a spingere i consumi.
Inoltre, potrebbe diventare un argomento da sfruttare durante la campagna elettorale per le elezioni europee.
Ne sapremo di più nelle prossime settimane.
Tornando alla delega fiscale, una misura che potrebbe finire in manovra riguarda l’Irpef.
La delega fiscale punta a realizzare un sistema ad aliquota unica, dove la progressività sarebbe garantita dalle detrazioni su famiglia e lavoro, e nelle intenzioni ci sarebbe quella di ridurre già da quest’anno le aliquote da quattro a tre, per avviare il processo.
Il nodo, come sempre, è quello delle risorse, legate alla crescita dell’economia, all’andamento delle entrate e al costo del debito.
La strada per trovare le risorse appare molto stretta, e questo vale per la legge di bilancio e vale per la delega fiscale.
La riduzione da quattro a tre aliquote potrebbe costare sui 3-4 miliardi di euro, e poi rimane da finanziare anche l’ipotizzata riduzione delle tasse sulle tredicesime sotto forma di incentivo ai premi di produttività e al pagamento di straordinari”.