Torna ad affrontare il tema dell’omosessualità e della relativa posizione della Chiesa Papa Francesco.
“Quello che a me non piace affatto è che si guardi al cosiddetto peccato della carne come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento”, afferma il Pontefice, spiegando che la Chiesa è aperta a tutti, comprese le persone omosessuali e transessuali.
“Sono persone che si sentono rifiutate, ed è davvero dura per loro”, aggiunge.
“Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava, e invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola”, sottolinea Bergoglio in un colloquio con La Civiltà Cattolica, pubblicato da La Repubblica.
“La comprensione dell’uomo muta col tempo e così anche la coscienza dell’uomo si approfondisce.
Anche le altre scienze e la loro evoluzione aiutano la Chiesa in questa crescita nella comprensione”.
Il Sommo Pontefice, inoltre, afferma convinto di non aver paura della società sessualizzata.
“Mi fa paura come ci rapportiamo a essa, questo sì. Ho paura dei criteri mondani.
Preferisco usare il termine mondani piuttosto che sessualizzati, perché il termine abbraccia tutto.
Per esempio, la smania di promuoversi, l’ansia di risaltare o, come diciamo in Argentina, di arrampicarsi.
E pensare che chi si arrampica finisce per farsi male da solo.
Mia nonna, che era una vecchia saggia, un giorno ci disse che nella vita bisogna progredire, comprare un terreno, i mattoni, la casa. Parole chiare, venivano dall’esperienza dell’emigrante.
Ma non confondete il progredire, diceva la nonna, con l’arrampicarsi. Infatti chi si arrampica sale, sale, sale e, invece di avere una casa, dimettere su un’impresa, di lavorare o farsi una posizione, quando è in alto l’unica cosa che mostra è il sedere”.