Riceviamo e pubblichiamo una nota di Francesco Mollica, Capogruppo Venosaduemilaventiquattro e già presidente del Consiglio Regionale di Basilicata:
“E molto di attualità parlare oggi di sanità allo sbando, tra le notizie nazionali e quelle regionali, con riflessi devastanti sul territorio.
Sono molte le lacune dovute a liste di attesa insostenibili, si vive tra mobilità passiva alle stelle e gente che rinuncia a curarsi perché non ha risorse per andarsi a curare fuori per ciò che la sanità locale non riesce ad offrire.
Tra le tante notizie però, tutte negative, ve n’è una positiva.
Finalmente e dopo tanto tempo infatti si potrà, nel nosocomio di Venosa, tornare ad usufruire della strumentazione radiografica.
Infatti con delibera dell’ASP nr. 524 del’1/8/2023 si da conferimento di incarico per 38 ore settimanali al dott. Labella di coprire il vuoto che avevamo sulla branca della radiologia.
Quindi dovrebbe ripartire a pieno regime la radiologia con il suddetto professionista assunto a tempo pieno ed indeterminato per 5 giorni su sei. Si riparte con radiografie, con ecografie, con tac (rimaste ferme per troppo tempo) e ci si augura anche con radiografie delle arcate dentali.
Il non utilizzo dei macchinari ha comportato estremo disagio in tutto il comprensorio sia per gli utenti del POD di Venosa ma anche per l’ospedale di Melfi che sopperiva alla carenza con grandi difficoltà per il suo normale andamento.
Smaltire le liste di attesa, anche di interventi al quali serviva un esame propedeutico, era diventato davvero molto difficile anche perché a Melfi le apparecchiature comunque non funzionavano a pieno regime.
Ci si augura che questo nuovo corso sia di aiuto alle comunità e che il nuovo direttore generale , in perfetta continuità amministrativa, tenga fede agli impegni presi sul ripristino dei servizi al POD di Venosa.
Così come promesso dai suoi predecessori e dalla politica speriamo non siano vacue le parole e speriamo che i cittadini del Vulture Alto Bradano possano ritornare a curarsi senza problemi eccessivi dovuti ad un conduzione senza costrutto da parte di chi ha operato sino ad adesso.
Per l’ospedale di comunità si ricorda solo che il 2026 è vicino e chissà se anche questo impegno verrà mantenuto visto che i tagli, così come l’eliminazione da Venosa del distretto, vengono eseguiti senza colpo ferire e con celerità”.