Domenica 1° Ottobre il vescovo Mons. Ciro Fanelli alle ore 18:00 aprirà nella Cattedrale di Melfi la sua prima Visita Pastorale alla diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa.
“Sto alla porta e busso” sono le parole del Risorto riportate nel libro dell’Apocalisse che illustrano il senso della Visita.
Il vescovo Fanelli si prepara a vivere la Visita Pastorale per la prima volta dalla sua elezione, avvenuta nel 2017.
Dice Fanelli:
“In cinque anni di episcopato ho avuto già modo di conoscere la nostra comunità diocesana, ma nella visita pastorale l’incontro tra vescovo e popolo rappresenta una ricchezza speciale: umanamente coinvolgente ed ecclesialmente significativa“.
Al vescovo diocesano è chiesto di visitare il popolo affidato alle sue cure pastorali, al fine di rendere presente la permanente visita di Cristo Buon Pastore al gregge di oggi.
Prosegue Fanelli:
“Prima di essere un dovere la visita è un’esigenza del cuore, che mi consentirà di vivere nella ferialità e in modo prolungato la carità pastorale, incrociando i miei passi con la vita delle comunità parrocchiale e con i ritmi di ogni realtà presente nella nostra compagine ecclesiale”.
La visita prenderà il via con una solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Melfi, domenica 1° ottobre alle 18:00, si inserirà nel singolare momento di grazia del cammino sinodale.
Il dinamismo del Sinodo è, infatti, sostanzialmente identico a quello della visita pastorale: in entrambe si incontra, si ascolta e si riflette.
Per il cammino di “pellegrinaggio missionario” del vescovo Fanelli nelle varie realtà della diocesi, dalle parrocchie, alle comunità di consacrate e consacrati, alle associazioni e alle diverse espressioni della società civile.
L’indizione della visita è avvenuta ufficialmente lo scorso 7 dicembre, nel giorno della solenne riapertura della Cattedrale di Melfi, dopo sei anni di restauri.
Intenso il programma, che interesserà le 32 parrocchie delle 4 zone pastorali; la Visita si concluderà nell’ottobre 2025.
Afferma il Vescovo Fanelli:
I cristiani di questo angolo di terra lucana, il Vulture-Melfese, attendono quindi il loro pastore per lavorare insieme in un simbolico grande “cantiere di evangelizzazione e umanità”, con il desiderio di diventare sempre più una comunità di discepoli-missionari che – come afferma l’Evangelii Gaudium (n. 24) – sanno prendere l’iniziativa, si coinvolgono, accompagnano, fruttificano e festeggiano.