“La questione del dimensionamento scolastico in Basilicata è esiziale per la nostra regione e si fa un grosso errore a minimizzarne gli effetti.
Quando si parla – spesso retoricamente – di spopolamento e aree interne dovremmo partire dall’analisi del rapporto tra comunità e scuola”.
E’ quanto dichiara il Consigliere regionale del PD, Roberto Cifarelli, che aggiunge:
“Il recente tavolo tecnico interistituzionale sul dimensionamento scolastico ha di fatto sancito, come anche i sindacati hanno detto, una sorta di resa della Regione Basilicata alle nuove norme nazionali sottovalutando la portata dell’impatto esse avranno sul nostro territorio.
Non si tratta di un semplice riassetto delle dirigenze scolastiche (“si accorpano i dirigenti non le scuole” è stata l’affermazione istituzionale).
La Regione Basilicata con il Presidente Bardi, troppo distratto a perorare la causa di una sua ricandidatura, ha deciso di non svolgere alcuna azione di contrasto nei confronti del Decreto Interministeriale n.127 del 30 giugno 2023, che taglia il numero delle autonomie scolastiche, sul quale non c’è stata intesa grazie al dissenso delle sole regioni Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana.
Il 7 marzo scorso il Consiglio regionale ha discusso una mozione presentata da tutti i Consiglieri di minoranza e poi approvato una risoluzione che impegnava il Presidente e la Giunta Regionale:
1) a verificare se sussistono ancora i termini per l’impugnativa dei commi 557, 558, 560 e 561 dell’articolo 1 della Legge 197 del 2022;
2) ad impegnarsi in sede di Conferenza Unificata per l’applicazione nelle regioni con scarsa densità demografica, con la quasi totalità dei comuni montani e svantaggiati e con calo demografico, di un coefficiente non superiore a 600 studenti per determinare il contingente dei DS e dei DSGA e il numero minimo di 400 studenti per la determinazione dell’autonomia scolastica in adesione a quanto deliberato dalle province;
3) a proporre al Ministero dell’Istruzione e del Merito la rimodulazione sostanziale del numero minimo degli studenti occorrenti per la formazione delle classi in territori montani svantaggiati.
Punti letteralmente ignorati da Bardi.
Mi chiedo cosa abbia fatto e come intende rimediare la Regione Basilicata a difesa della scuola lucana su una misura che, viceversa, avrà effetti pesantissimi sulle scuole del Mezzogiorno ed in particolare sulla scuola lucana, che percentualmente avrà il taglio più alto di istituzioni scolastiche; una misura che come hanno detto i sindacati di categoria “determinerà fratture profonde tra centro e periferia e tra istruzione tecnico-professionale e liceale, determinando enormi squilibri e disfunzionalità nell’assetto dimensionale delle scuole e marginalizzando vieppiù le zone interne e a minore densità demografica”.
Mi auguro vivamente che il Presidente Bardi, almeno su questo tema, non abbia assecondato ancora una volta logiche romane, così come già fatto sulla Riforma sull’autonomia differenziata e sull’acqua, e che affronti insieme a noi una “battaglia” a difesa della scuola lucana.
Su questo ci siamo sempre stati e ci saremo con ancora più forza oggi, conclude Roberto Cifarelli”.