Entro certi limiti e con determinati requisiti, alcuni pensionati hanno diritto al cosiddetto bonus tredicesima, una somma aggiuntiva di 154,94 euro che si riceve nel mese di dicembre oltre alla tredicesima.
Ecco quanto si apprende da today: “L’importo aggiuntivo viene attribuito d’ufficio, nel caso in cui realmente spetti: significa che non c’è bisogno di fare una richiesta.
Inoltre, il bonus in questione non costituisce reddito e, pertanto, non viene tassato. Chi ne ha diritto? Vediamo a chi spetta e come funziona questo contributo supplementare al trattamento pensionistico, nel dettaglio.
Un bonus di 154,94 euro potrebbe essere riconosciuto ai sensi del comma 7 dell’articolo 70 della legge 388 del 23 dicembre 2020 (qui il testo integrale) a coloro che ricevono uno o più trattamenti pensionistici “a carico dell’assicurazione generale obbligatoria o delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, nonché delle forme pensionistiche obbligatorie gestite dagli enti privatizzati di cui al d.lgs 509/1994”.
Tradotto in parole semplici, il bonus tredicesima non è per tutti.
È infatti necessario soddisfare un requisito economico: l’importo della pensione lorda annua non deve superare quello del trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti, pari a 7.327,32 euro nell’anno 2023.
Il bonus tredicesima per le pensioni, ovvero l’importo aggiuntivo, è un’erogazione supplementare alla pensione, pari a 154,94 euro, introdotta dalla legge finanziaria del 2001 e riconosciuta a chi percepisce una o più pensioni con un importo complessivo non superiore al trattamento minimo e che si trovi in determinate condizioni reddituali.
Spetta ai titolari di tutte le pensioni erogate dall’Inps, con l’esclusione dei trattamenti assistenziali (pensioni e assegni sociali, prestazioni agli invalidi civili), delle pensioni dei dipendenti degli enti creditizi, dei dirigenti d’azienda e dei trattamenti non aventi natura di pensione.
La modalità di “funzionamento” del bonus varia a seconda del reddito disponibile e dei limiti reddituali propri e dell’eventuale coniuge presente.
Spetta, invece, un importo parziale a coloro che hanno un reddito superiore a 7.327,32 euro, ma comunque inferiore a 7.482,26 euro, ossia il trattamento minimo annuo al quale viene applicato il bonus tredicesima.
La soglia però non basta: il reddito complessivo (quindi non solo quello da pensione) assoggettabile all’Irpef non deve infatti superare di 1,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo. Per il 2023, quindi, la soglia da non superare è pari a 10.990,98 euro.
I requisiti cambiano nel caso del pensionato coniugato.
In questo caso, infatti, si avrà diritto al bonus tredicesima se si soddisfano due diverse condizioni: il non superamento del reddito complessivo personale, che non deve andare oltre i 10.990,98 euro, e il non superamento di tre volte del trattamento minimo, fissato per il 2023 a 21.981,96“.