Ancora un successo per la pluripremiata Cantina di Venosa, azienda tra le più rinomate del Sud Italia e tra le top 15 aziende in Europa con la certificazione Equalitas EEE (equità, economicità ed ecologia).
Con 400 soci, è leader nella produzione del famoso vino AGLIANICO DEL VULTURE DOC, che vanta oltre 2000 anni di storia e che rappresenta il connubio perfetto tra la ricca ed equilibrata composizione del terreno di origine vulcanica (Vulture è appunto il vulcano sul cui suolo viene coltivato il vitigno che lo genera) e la fortunata esposizione climatica delle dolci colline di Venosa, la città del sommo poeta latino Orazio.
Su Cook, il mensile di enogastronomia del Corriere della Sera, la Cantina di Venosa vede il presidente Francesco Perillo nella classifica dei 15 volti degli innovatori del 2023.
Perillo ha infatti deciso di valorizzare il nostro territorio con la sperimentazione di nuove tecniche.
Dopo Sentinel 2, il satellite lanciato in orbita nel 2018, che raccoglie un flusso continuo di dati sulle condizioni del terreno, sullo stato di crescita delle viti e sul clima in tutte le stagioni, ecco protagonista ancora una volta il Carato Venusio, punta di Diamante dell’Azienda.
Questo Aglianico del Vulture Superiore DOCG 2013, dal colore rosso rubino, intenso e vellutato, ha preso parte al progetto degli “Underwater Wines”.
Il vino infatti subisce un affinamento subacqueo in vetro dopo l’imbottigliamento.
Le bottiglie devono essere immerse in condizioni studiate da Jamin Portofino utilizzando tecnologie frutto di una lunga ricerca (un mix di capsula, cesta, colonna d’acqua, durata, ecc).
Si tratta di un metodo esclusivo che, oltre a consentire al vino di evolvere in condizioni ottimali e non riproducibili in superficie, ne esalta il carattere distintivo.
Per sei mesi le bottiglie sono state cullate dalle onde sul fondale marino ligure, a 50 metri di profondità, a una temperatura stabile di circa 13-14 gradi.
Le correnti generano un dondolio che favorisce l’integrazione degli addotti all’interno della massa liquida garantendo un’armonicità degustativa.
L’analisi sensoriale conferma che i sedimenti marini tipici del cantinamento subaqueo presenti sulle bottiglie, aiutano il degustatore a identificare rapidamente le condizioni tipiche degli “UnderWaterWinses”, quali la mineralità e la sapidità garantendo un’esperienza unica e suggestiva.
La temperatura sottomarina è più bassa di quella di superficie, crea così un ambiente naturalmente refrigerato ideale per le bottiglie.
Non c’è bisogno quindi di regolare temperatura ed umidità con climatizzatori, né di creare strutture terrestri isolate termicamente dall’esterno, con un notevole risparmio energetico.
L’ecosostenibilità è un tema caro alla Cantina di Venosa, reduce anche da un riconoscimento, a livello europeo, come azienda “green”, ecosostenibile.
La sua predilezione per il fotovoltaico e per le maestranze locali, abbassa l’impatto ambientale, così come l’utilizzo di materiali riciclabili e biodegradabili: dalla carta al vetro; dalle colle vegetali per gli imballaggi ai tappi in canna da zucchero e sughero.
I benefici si traducono in riduzione dei costi per una migliore qualità.
Ha dichiarato il presidente di Cantina di Venosa, Francesco Perillo, alla nostra Redazione:
“Miriamo costantemente non solo a produrre vino di qualità sempre migliore, ma di farlo con particolare attenzione alla sostenibilità e all’ambiente.
Arriviamo a produrre 2 milioni di bottiglie all’anno continuando ad esportare in tutto il mondo.
Per noi l’innovazione è la chiave del successo”.
Quella riconosciuta dal Corriere della Sera è l’ennesima grande attestazione per una leadership senza precedenti della più grande unione di viticoltori di Basilicata.